World Press Photo 2017. Quando la violenza vince sulla bellezza
(di Francesco Indelicato) La notizia ha occupato le prime pagine di tanti quotidiani italiani, e sarebbe da gridare allo scandalo, se non fosse che nel relativismo dominante di questi tempi si puรฒ arrivare anche ad ammirare una scena di violenza. Lโargomento in questione riguarda la classifica delle fotografie premiate dal World Press Photo 2017, il cui vincitore รจ stato Burhan Ozbilici dellโAssociated Press con lo scatto riguardante lโattentato allโambasciatore russo ad Ankara il 19 dicembre scorso.
Esattamente trentโanni fa, il 22 gennaio del 1987, si suicidรฒ in diretta con una pistola il politico statunitense Robert โBuddโ Dwyer e nessuna televisione del nostro Paese trasmise il drammatico evento per tutela dei telespettatori e per rispetto della vittima. Sembra siano trascorsi secoli da quel giorno in merito ai criteri di moralitร e di sensibilitร della nostra societร .
Oggi infatti da un lato abbiamo la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che scrive al Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg perchรฉ preoccupata del dilagare dellโodio nel percorso pubblico: un โfenomeno non generato certo dai social networkโ, riconosce, โma che in essi ha un veicolo di diffusione potenzialmente universaleโ. Dallโaltro lato invece abbiamo addirittura pagine Facebook di ispirazione cattolica, come quella di Famiglia Cristiana, che definiscono โbelleโ le foto del concorso di Amsterdam e pubblicano le immagini premiate.
Ci si domanda dove sia finita la deontologia di taluni giornalisti, se abbiano a mente quale sia la propria missione che โ come a piรน riprese ha rammentato Papa Francesco in questi anni โ consiste nel raccontare veritร , bontร e bellezza. E soprattutto, riguardo a chi comunica di professione in ambito cattolico, se si ricordi quanto evidenziano i testi sacri, allorchรฉ โ come recita il libro del profeta Isaia (33,13-16) โ ci si dovrebbe turare gli orecchi per non udire fatti di sangue e chiudere gli occhi per non vedere il male.
Proprio nel vangelo di oggi, 14 febbraio, festa dei santi Cirillo e Metodio, il Signore riferisce dellโinvio dei settantadue discepoli quali testimoni di pace: da cosa dovrebbero nascere la comunione e la pace quando si approva e si loda una immagine di un omicidio?
Per comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo, come ci invita a fare la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di questโanno, occorre partire da questi โpiccoliโ particolari. Non puรฒ che essere dannosa lโomologazione alle dinamiche di questo mondo. E sebbene il male faccia sempre notizia e si traduca in cospicue entrate finanziarie, occorre preferire alla facile tentazione della spettacolarizzazione della violenza la faticosa ma altrettanto remunerativa ricerca della bellezza. Il giornalista dovrebbe essere pagato proprio per questo.