Un altro episodio della favola dell’Auditel
Intervenendo all’Assemblea Nazionale dell’Aiart, svoltasi a Roma presso la Sala Convegni dell’Istituto Pastor Bonus, Luca Borgomeo, già Presidente Nazionale dell’Aiart, confermato nell’ufficio di Presidenza e Membro del Comitato Media e Minori ha affermato che “ nella situazione attuale del sistema mediatico italiano, dominata dal duopolio Mediaset-Rai, sotto la regia di Confindustria Televisioni, la tutela dei minori utenti dei media è una sorta di flatus voci. Del tutto inesistente. Basta vedere quel che “passa” in tv e sui social per avere un’idea delle continue violazioni da parte delle emittenti di norme, regole, codici etici, carte, codici di autoregolamentazione ecc.
Ad aggravare la situazione, – è proprio il caso di dire che “piove sul bagnato” – l’annuncio dell’Auditel di un nuovo TA(total audience) per misurare (sic) non solo gli ascolti televisivi, ma anche quelli sui social(cellulari, smartphone, tablet, videogiochi ecc). L’intento è positivo, considerato che la tv non è più dominante nel mondo dei media (soppiantata, specialmente tra i giovani dai nuovi strumenti): ma è del tutto improbabile che i “dati” del TA siano reali, effettivi, affidabili.
Ma all’Auditel non interessa tanto che i dati siano veri e reali. Del resto l’Auditel è una Spa, del tutto privata (33% Mediaset, 33% Rai, 33% Pubblicitari) che gestisce la pubblicità televisiva, dividendo quasi tutta la torta tra Mediaset e Rai, e – cosa ancora più grave – orientando la programmazione televisiva, bocciando o esaltando un programma con i suoi “numeri”. Un sistema “perverso” (così fu definito dal noto politologo Giovanni Sartori) che suscita molti dubbi sui dati forniti quotidianamente e che vengono forniti senza preoccuparsi del fatto che controllori e controllati, giudicati e giudici, sono gli stessi soggetti, cioè le emittenti. E’ proprio il caso di dire che se la suonano e se la cantano.