Spid, si parte. Un pin unico per accedere a centinaia di servizi
Dal 15 marzo potremo avere le prime identità del Sistema pubblico per l’identità digitale, per dialogare online con la Pubblica amministrazione. Stamattina l’annuncio del Governo. Di Alessandro Longo dal sito de la Repubblica dell’8 marzo 2016
Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia (ansa) ROMA – La data è di quelle da ricordare. Dal 15 marzo potremo avere le prime identità del Sistema pubblico per l’identità digitale, per accedere a 600 servizi della pubblica amministrazione. L’annuncio è del Governo, che ha spiegato tutti i dettagli di un progetto di cui si parlava da molti mesi. Ma non sarà molto agevole, almeno per il momento, procurarsi una di queste identità, a quanto scopre Repubblica.it analizzando i siti dei fornitori del servizio, che oggi ne indicano le modalità. Le identità digitali – ossia un sistema di password – saranno offerte da InfoCert, Poste Italiane e Tim (attraverso la società Trust Technologies del gruppo Telecom Italia).
Che cos’è Spid. Spid è il nuovo sistema di accesso ai servizi online che nasce per semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Permette di accedere con credenziali uniche- password- ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati che aderiranno. Ci sono tre tipologie di identità Spid, ciascuna delle quali corrisponde ad un crescente livello di sicurezza, come descritto dal sito Spid.gov. it, annunciato oggi e che mostra il funzionamento del servizio. La prima tipologia è un semplice nome utente e password. La seconda vi aggiunge un codice temporaneo, generato al momento dal fornitore del servizio e inviato all’utente. La terza richiede un dispositivo di acceso specifico, oltre a nome utente e password. Il Governo ritiene che ci saranno 3 milioni di cittadini dotati di Spid entro fine 2016 e poi 10 milioni entro il 2017. Precedenti annunci prevedevano il primo obiettivo per fine 2015, ma la complessità del progetto, che coinvolge aziende private, ha richiesto molto tempo per il lancio.
Dove useremo Spid. Tra il 15 marzo e il mese di giugno 2016, saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l’accesso tramite Spid ai propri servizi. Le prime amministrazioni che aderiranno sono: l’Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comune di Firenze, Comune di Venezia, Comune di Lecce, Regione Toscana, Regione Liguria, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia e Giulia, Regione Lazio e Regione Piemonte.
Entro 24 mesi, secondo le norme, tutti i servizi della PA dovranno accettare le identità Spid. Si aggiungeranno alcuni servizi di aziende private, su base volontaria. Sarà possibile usare Spid anche per accedere a servizi esteri europei, grazie all’utilizzo di standard internazionali.
Come otterremo Spid. Le modalità le decidono i fornitori dell’identità, Poste, Tim e Infocert e gli altri gli seguiranno accreditandosi presso l’Agenzia per l’Italia Digitale per svolgere questo ruolo. L’Agenzia studierà inoltre, con il Garante della Privacy, un processo di conversione a Spid di alcune identità digitali già fornite dalla pubblica amministrazione (per esempio con le tessere sanitarie regionali). I siti dei tre fornitori cominciano a indicare le modalità per ottenere Spid. Scopriamo così che al momento può non essere facile, per molti cittadini, ottenere l’identità digitale. Scrive Poste Italiane: “I clienti di Poste Italiane che già dispongono di strumenti di identificazione come lettore BancoPosta, numero di telefono certificato su carta Postepay o Libretto Smart, APP PosteID, possono accedere ad una procedura di registrazione semplificata completamente online”. “I cittadini in possesso di Carta Nazionale dei Servizi/Carta d’identità elettronica attiva Carta d’identità elettronica o Firma Digitale possono acquisire la nuova identità digitale PosteID attraverso la medesima procedura di registrazione per i clienti di Poste Italiane”. Altrimenti bisognerà andare negli uffici postali abilitato a Spid, che da aprile saranno in tutta Italia (Poste ancora non ne fornisce la lista). Più limitate ancora le opzioni per Tim: al momento richiede che l’utente abbia una firma digitale o la Carta nazionale dei servizi. Infocert offre più opzioni per l’attivazione: oltre alla firma digitale, la Carta nazionale dei servizi e la Carta di identità elettronica e la possibilità di andare di persona in sede (solo a Roma, Padova e Milano) consente – ma solo a pagamento, per 15 euro più Iva – una modalità online con riconoscimento via web.
Negli altri casi invece avere Spid è gratis, con i diversi fornitori. Ma solo per i primi due anni. Le aziende non spiegano quale sarà il costo dopo questo periodo. I due anni possiamo considerarli, per altro, di rodaggio per il progetto: come detto, infatti, solo a fine 2017 i cittadini potranno avere la certezza che tutti i servizi pubblici funzioneranno con Spid. E chissà quando saranno abilitati quelli delle aziende private.
Il senso di Spid. In ogni caso, il Governo ha mostrato di credere molto nell’identità digitale come “infrastruttura abilitante” di una trasformazione Paese, come dichiarato oggi dalla ministra alla PA Marianna Madia. “Dobbiamo considerare l’innovazione come lo strumento per cambiare il rapporto tra PA e cittadini. Non è ammissibile che internet sia così presente in tutte le nostre vite e che le amministrazioni siano viste solo come la doppia “f”, file e faldoni”, ha detto. “Spid è per un Paese più semplice, per restituire tempo alle persone. Penso anche alle donne- oggi è la loro festa- che hanno molto da fare”, ha detto la ministra. Spid servirà così anche a favorire l’uso dei servizi digitali, semplificandoli, secondo il Governo. Un punto su cui la ministra ha ricordato i gravi ritardi italiani rispettt all’Europa: “abbiamo un grosso problema di competenze digitali”.
Ultimo tassello. Spid può favorire anche la digitalizzazione delle imprese italiane. Toglie una barriera all’ingresso, perché consente loro infatti di gestire in modo facile ed economico accesso e identificazione dei propri utenti, per esempio nei negozi online e-commerce. L’azienda, accettando le identità Spid per accedere ai propri servizi online, non dovrà preoccuparsi di creare un proprio sistema sicuro di identificazione e per la gestione dei dati personali degli utenti. “Per la prima volta, la pubblica amministrazione non solo recupera un ritardo ma anche abilita lo sviluppo digitale delle aziende private”, ha detto Madia. “Spid servirà a sostenere il nostro sistema produttivo e le aziende startup”, ha aggiunto Paolo Barberis, consigliere all’innovazione per il Governo.