Se la voce dei cattolici è assente in politica
Dall’attuale scenario elettorale nazionale e locale è mancata la voce dei cattolici. Una lacuna che non può essere accettata. L’ascolto come arte da praticare in politica. L’appello del Cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin
di Rita D’Addona, Presidente Regionale AIART Molise
Osservando la crisi della politica italiana culmi- nata con il voto del 25 settembre, e ascoltando la voce della Chiesa con le parole rilasciate dal Segretario di Stato Vaticano Cardinale Parolin ai due vaticanisti delle reti Rai (Ignazio Ingrao e Enzo Romeo) sul “ruolo della Chiesa innanzi all’arretramento dei cattolici in diversi settori dovuto anche alla secolarizzazione attuale”, si può rilevare che i cattolici si sono messi da parte. In una sorta di religione privata dal sapore di una speranza cristiana che si manifesta nell’atteggiamento della preghiera, sì, ma non
basta. Nell’attuale scenario elettorale nazionale e locale, è
mancata la voce dei cattolici nel dibattito politico in considerazione del fatto che, per storia e per contenuti, “i cattolici possono dare davvero delle risposte effettive ed efficaci ai problemi del Paese e anche a un certo modo di vivere la politica. Non possiamo accettarlo – sono le parole del porporato – per la dimensione sociale e storica che ha il cristianesimo. La presenza dei cattolici in politica è importante e importante è il contributo che possono dare. Non ci sono temi e tempi particolari per intervenire, né soluzioni, né ricette. Nel post voto e, alla vigilia dell’insediamento del nuovo governo, incalzante è l’auspicio di una visione completa delle tematiche che si può esprimere anche nei temi dei partiti in cui ciascun cattolico è inserito o dovrebbe inserirsi.
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