Scuola, Valditara: “Stop a cellulari anche a scopo didattico.”

Aiart: “Una decisione in linea con la progressiva presa di coscienza da parte di un numero sempre più crescente di genitori. La conferma nella rete dei Patti Digitali”.

“Una decisione in linea con la progressiva presa di coscienza da parte di un numero sempre più crescente di genitori che hanno ormai compreso quanto negative siano le implicazioni di un uso precoce e scriteriato di dispositivi elettronici”. E’ uno dei passaggi della nota stampa del Comitato nazionale dell’Aiart a proposito della circolare del Ministro Valditara in cui si ribadisce il divieto tassativo dell’uso dello smartphone a scuola anche per fini didattici. Oltre al ritorno al diario cartaceo rispetto all’uso del registro elettronico. Scelta, quest’ultima, ispirata dai lavori di una commissione del Senato in cui sarebbero emersi oggettivi pericoli per concentrazione, memoria e spirito critico causati principalmente dall’abuso dei dispositivi elettronici.

“Aumenta di mese in mese il numero delle piccole comunità ( paesi, associazioni, gruppi sportivi, parrocchie,..) che ci chiedono aiuto nella formazione, da cui nasce spesso l’esigenza di stipulare patti di comunità in cui si concordano insieme alcune questioni cruciali rispetto all’educazione mediale dei minori”: precisa il Comitato nazionale dell’Aiart- l’associazione cittadini mediali con sede nazionale in uno dei poli comunicativi della Conferenza Episcopale Italiana.

E’ questo infatti lo scopo della rete dei Patti Digitali di Comunità, progetto avviato dal Centro Benessere Digitale dell’Università Bicocca in collaborazione con alcune associazioni attive nel promuovere un uso responsabile del digitale (Aiart Milano, Mec e Sloworking).

Un progetto, partito con due realtà in Friuli (Gemona) e Lombardia (Vimercate),che oggi coinvolge oltre 1500 genitori e insegnanti e che ha dato vita a esperienze positive di decisione e supporto collettivo tra educatori sull’educazione digitale.

L’appello dell’Aiart è quindi quello di continuare a fare rete “note le significative esperienze di adesione da nord a sud del nostro Paese a questo progetto generativo di benessere e di crescita. Dove il confronto sull’uso corretto dei social e dei dispositivi digitali vede l’approccio da sguardi diversi – quello degli adulti, con focus sull’importanza di porre delle regole e quello dei ragazzi che viene accompagnato a vedere un senso in tali regole, partecipando costruttivamente alla proposta dei Patti Digitali”.

Il Comitato nazionale Aiart, costituito da massmediologi, insegnanti, giornalisti, conclude con domanda collettiva: “Che cosa esattamente ci ha fatto ritenere più funzionali nelle comunicazioni con le famiglie e tra colleghi l’utilizzo delle chat di whatsapp rispetto alle mail istituzionali? Perché abbiamo ritenuto un bene il fatto che alunni di ogni ordine e grado evitassero di trascrivere i compiti sul diario a scuola, fino ad arrivare al paradosso che alcuni docenti si sentissero legittimati anche a scrivere i compiti ben oltre l’orario di lezione, alcuni addirittura nottetempo, costringendo i ragazzi (o i genitori) a una consultazione compulsiva del registro online?

Come ogni questione complessa sono senza dubbio necessari ulteriori approfondimenti che però bisogna ammettere non possono prescindere da questo indispensabile mea culpa.