Rai per il Sociale in azione

da: Il Telespettatore Novembre Dicembre 2020

La pandemia e le polemiche che si porta dietro, le critiche al Servizio pubblico e le richieste inascoltate, lo scontro generazionale, la cittadinanza digitale: sono benzina per la programmazione di Rai per il Sociale che ha messo il turbo ed entrerà nelle nostre case con una programmazione interamente ripensata per scrivere una pagina indimenticabile della storia di questo Paese. L’intervista rilasciata da Giovanni Parapini – direttore di Rai per il Sociale – a ‘Il Telespettatore’.

Direttore come è composta la nuova direzione di Rai per il sociale?Ci sarà anche un’area Inclusione?
La nuova Direzione è composta da quattro aree: Responsabilità Sociale, Inclusione, Ambiente, Diritti Umani.

Ci parli dell’area inclusione. Di cosa si occupa?
L’area inclusione si occupa in particolare di inclusione digitale, pari opportunità, rispetto dei generi, diversamente abili e sport paralimpici.

Nello specifico qual è il filo rosso delle produzioni della struttura inclusione e quali gli obiettivi dei contenuti?
La struttura Inclusione è una struttura editoriale che sviluppa contenuti per pubblici e piattaforme diverse. Il filo rosso è l’alfabetizzazione digitale e la cultura del digitale e dell’innovazione.
In particolare, gli obiettivi dei contenuti sono:
•alfabetizzare e sviluppare le competenze digitali necessarie nei diversi ambiti della vita;
•sviluppare consapevolezza, pensiero critico per comprendere e valutare i vantaggi e gli svantaggi di Internet;

A chi si rivolgono questi contenuti?
Alle persone mature più restie ad avvicinarsi a Internet, agli adulti che devono fare i conti con un mondo del lavoro profondamente cambiato, a genitori e insegnanti che si devono attrezzare per star dietro ai nuovi linguaggi dei ragazzi, ai giovani e ai ragazzi che vanno guidati nella nuova educazione civica 4.0 e vanno formati, stimolati e preparati per il futuro.

Quali i contenuti che hanno avuto più successo, rilasciati in questo 2020, e visibili su Rai Play?
La prima serie di “Web Side Story – Quando la Rete fa la storia” è stata sicuramente la serie più innovativa. Più che un programma Tv è un vero e proprio progetto editoriale originale, sviluppato per raccontare la nostra storia recente, per darci la consapevolezza del cambiamento che stiamo vivendo. La serie, trasmessa su Rai4 e Rai Play, è rivolta a Millenials e appassionati di storia contemporanea. Gli autori, Marina Liuzzi e Carlo Durante, partendo da una data, un fatto o un personaggio, ricostruiscono le origini dei grandi fenomeni della Rete. Le parole chiave di questa importante serie sono: disabilità, autismo, Infanzia e tutela dei minori, anziani, detenuti, migranti, disoccupati, violenza femminile domestica, gender gap (pari opportunità, rispetto dei generi), inclusione digitale (alfabetizzazione digitale, cultura dell’innovazione digitale), lotta agli stupefacenti, ambiente, periferie e lotta alle disuguaglianze, povertà, schiavitù, rifugiati, profughi, democrazia, discriminazione, legalità, sicurezza sociale, mobilità, economia circolare e green.

Che lavori farai da grande?”
con Marco Montemagno (1° serie), trasmessa su Rai Play e Rai Scuola e il cui target sono giovani e adulti interessati al mondo del lavoro. Montemagno, divulgatore e imprenditore digitale seriale con un seguito di quasi 3milioni di followers sui social, ci accompagna a ragionare sul mondo del lavoro che cambia. Un mondo in piena rivoluzione digitale, tra automazione, intelligenza artificiale e mestieri che ancora non esistono, dove tutti (dai giovanissimi ai diversamente giovani) devono attrezzarsi per affrontare questo cambiamento epocale. Questa prima serie parla dei mestieri esistenti, quelli più tradizionali, dal commercialista, all’avvocato, al medico, all’insegnante. In ogni puntata viene condivisa una riflessione su come il mestiere sta cambiando, sulle nuove opportunità o sul rischio di estinzione. Da subito abbiamo previsto una seconda serie per ragionare sui lavori che ancora non esistono.

Ci parli di ‘The Italian Network’ e ‘Interviste Snack’: due programmi che mettono finalmente in evidenza realtà poco raccontate: mi riferisco all’intraprendenza dei ragazzi e alla loro voglia di realizzarsi ma anche ai nuovi ingredienti necessari per il successo ai tempi della trasformazione digitale.
Si, è esattamente così. “The Italian Network” è un contenitore di storie di ordinaria e straordinaria innovazione raccontate e rivissute attraverso gli occhi e le parole di questa “meglio gioventù”. L’idea è di Davide Di Stadio, autore Rai di lungo corso e capo progetto che, insieme a un’altra autrice d’eccellenza, Caterina Mannacio, ha voluto proporre storie di vita vissuta dove i protagonisti non si sono accontentati, non si sono arresi, ma hanno inseguito la loro voglia di sapere, scoprire, realizzare e realizzarsi dovunque ci fossero delle opportunità. E grazie al digitale ce l’hanno fatta: a realizzare un cambiamento, a partecipare a un’impresa che gli sta a cuore, a cavalcare la rivoluzione tecnologica. Con ‘Interviste Snack’ – serie in programma su Rai Scuola e già trasmessa su Rai play – abbiamo voluto evidenziare l’importanza del lavoro di squadra, dell’accettazione dei fallimenti, dell’essere umili, energici, curiosi, seguire un coach e sviluppare le “soft skill”. Spunti per muoversi in maniera consapevole nel lavoro e nella vita, nelle interviste a docenti di rilievo internazionale e personaggi del mondo della scienza e della divulgazione. Dall’educazione all’innovazione raccontata da Piero Angela alla storia di Internet ricostruita attraverso i ricordi di Leonard Kleinrock, l’uomo del primo login della storia.

Ci parli di ‘Non è mai troppo tardi’, una serie alla quale l’Aiart pensa già da diversi anni e che ha più volte indicato come progetto al Servizio Pubblico.
Si tratta di una serie trasmessa su Rai 2 e Rai Play, pensata per favorire l’apprendimento rapido delle competenze digitali e la consapevolezza. I contenuti creano brevi percorsi formativi. A guidarci in questa prima serie è Giovanni Muciaccia, volto amato dagli under 25, dai loro genitori, ma, grazie alle esilaranti parodie di Fiorello, anche dal pubblico della Tv lineare. In suo aiuto una giovane e saputella assistente virtuale. La regia è della giovanissima Alessandra Grassi…..continua a leggere su “Il Telespettatore”…