Polemiche per lo spot tv di Winelivery:”Le orge sono la nuova normalità?”.
AIART: “ Uno spot inaccettabile segnalato ad AGCOM e all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza”.
L’AIART chiede l’immediata sospensione del nuovo spot tv di Winelivery, l’App per bere, ispirato a Stanley Kubrick, autore di ‘Arancia Meccanica’, e trasmesso in fascia protetta sulle principali emittenti televisive italiane.
“Una campagna non idonea alla fascia protetta – afferma Giovanni Baggio – presidente nazionale dell’associazione cittadini mediali – che mette in scena in maniera demenziale le relazioni umane; riduce la donna a oggetto sessuale e vìola i diritti dei minori”. Uno spot inaccettabile – conclude Baggio – segnalato ad Agcom e al garante per l’infanzia e l’adolescenza”.
“Dopo trenta minuti puoi brindare … a tutto ciò che hai fatto prima” recita lo slogan della discutibile campagna pubblicitaria, che forse ha preso un po’ troppo alla lettera – precisa l’associazione cittadini mediali – il motto “torneremo a baciarci e abbracciarci”, mettendo in scena un’orgia. Trascorsa la mezz’ora, scandita dallo smartphone in primo piano che copre parzialmente il set, arriva la bottiglia di vino bianco per il brindisi”.
Il video e la musica dello spot sono una rivisitazione di “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick, nel 50° anniversario dell’uscita al cinema del film, per il quale la visione è vietata ai minori di 18 anni.
Una campagna discutibile che non tutti hanno apprezzato: molti sono infatti gli utenti che hanno dichiarato il proprio sdegno: “Quindi le orge sarebbero la normalità, secondo voi?” chiede senza mezzi termini un utente; e poi “ Pubblicità che dà un calcio in faccia alla tutela dei minori”; ‘Credete ancora che la provocazione sia un buon strumento di marketing?’ un altro; “Ciò che è discutibile è che sia anche il servizio pubblico a mandare in onda questo spot”….
Opinioni condivisibili, ma una cosa è certa: l’obiettivo di far parlare di sé (nel bene o nel male purché se ne parli) l’ha ampiamente raggiunto. E i pochi secondi di libertà a 360°, intesa dall’ideatore dello spot, conclude l’AIART, bastano a togliere ai nostri bambini e ragazzi la libertà di crescere con dei valori nonché la libertà di scegliere in quali valori credere.