Morte Mammì. Padula: “La sua legge fu importante ma aprì alla decadenza televisiva”.

«Uomo poliedrico, politico arguto, rappresentante istituzionale operoso, ma ricordato soprattutto per la prima legge organica sull’emittenza radiotelevisiva che rappresenta ancora oggi, dopo 27 anni, una pietra miliare per la storia della radio e della televisione del nostro paese». Ad affermarlo è Massimiliano Padula, Presidente dell’Aiart, l’associazione dei telespettatori in seguito alla scomparsa oggi, 10 giugno, di Oscar Mammì che fu, tra l’altro, Ministro delle poste e delle telecomunicazioni dal 1987 al 1991 ed estensore dell’omonima legge.

«La norma di cui Mammì fu primo firmatario – spiega Padula – ha certamente rappresentato uno spartiacque e ha trasformato radicalmente lo scenario mediale nazionale abbattendo, di fatto, il monopolio pubblico. Nello stesso tempo, ha trascurato alcune questioni fondamentali ponendo le basi per una vera e propria decadenza televisiva, per una commercializzazione esasperata dei contenuti e per l’assenza di politiche di tutele serie a favore delle fasce di utenti più deboli.

L’Aiart – nota il Presidente – seguì da vicino l’iter parlamentare che portò alla definizione della legge. In particolare, intervenne il 20 ottobre 1988 nel Senato della Repubblica in occasione di un’audizione concessa all’Associazione per un confronto sul testo della legge. L’allora Presidente Aiart Enea Piccinelli evidenziò quelli che riteneva i punti di debolezza, ma quasi nessuna delle sue proposte fu presa in considerazione. I suggerimenti furono sette e vale la pena ricordarli – conclude Padula – non solo per memoria storica, ma per la loro straordinaria attualità di fronte ad un panorama televisivo che, anche in seguito a quella legge, si livellò inesorabilmente verso il basso».

Primo: estendere l’istituto dell’accesso alla emittenza privata e introdurre il diritto di proposta degli utenti e di informazione reale sulle ragioni delle scelte che vengono effettuate.

Secondo: l’istituzione di organi di controllo, di programmazione e di consultazione, inserendo in essi rappresentanze di cittadini utenti.

Terzo: fissare quote adeguate di tempo e di affollamento orario per la pubblicità.

Quarto: tutelare tutti i telespettatori e gli ascoltatori in particolare i minori, dall’ eccesso di pubblicità.

Quinto: prevedere l’obbligo di trasmettere programmi didattici ed educativi in collaborazione con gli organismi scolastici.

Sesto: sancire la contestualità tra le facoltà attribuite alle reti private e il complesso degli oneri, obblighi e vincoli da sanzionare adeguatamente, quale unica garanzia per l’esercizio dei corrispettivi diritti.

Settimo: l’obbligo di tutelare la sensibilità degli spettatori in età evolutiva, limitando per tutte le emittenti la trasmissione dei film vietati ai minori di 14 anni a dopo le ore 22, fermo restando il divieto assoluto di trasmettere in televisione film vietati ai minori di 18 anni.