Messaggio di Papa Francesco per la 50^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
Presentato oggi 22 gennaio 2016 a Roma il Messaggio di Papa Francesco per la 50^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerร lโ8 maggio 2016. Il testo integrale del Messaggio
http://188.226.175.150:4545/www.aiart.org/public/web/documenti/papa-francesco_20160124_messaggio-comunicazioni-sociali.pdf
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 50ma GIORNATA MONDIALE
DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo
Cari fratelli e sorelle,
lโAnno Santo della Misericordia ci invita a riflettere sul rapporto tra la comunicazione e la misericordia. In effetti la Chiesa, unita a Cristo, incarnazione vivente di Dio Misericordioso, รจ chiamata a vivere la misericordia quale tratto distintivo di tutto il suo essere e il suo agire. Ciรฒ che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti. Lโamore, per sua natura, รจ comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla caritร , dallโamore divino, la nostra comunicazione sarร portatrice della forza di Dio.
Siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione. In particolare, รจ proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere misericordia, cosรฌ da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita, che Gesรน Cristo, inviato dal Padre, รจ venuto a portare a tutti. Si tratta di accogliere in noi e di diffondere intorno a noi il calore della Chiesa Madre, affinchรฉ Gesรน sia conosciuto e amato; quel calore che dร sostanza alle parole della fede e che accende nella predicazione e nella testimonianza la โscintillaโ che le rende vive.
La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire lโincontro e lโinclusione, arricchendo cosรฌ la societร . Comโรจ bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nellโambiente fisico sia in quello digitale. Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione.
Vorrei, dunque, invitare tutte le persone di buona volontร a riscoprire il potere della misericordia di sanare le relazioni lacerate e di riportare la pace e lโarmonia tra le famiglie e nelle comunitร . Tutti sappiamo in che modo vecchie ferite e risentimenti trascinati possono intrappolare le persone e impedire loro di comunicare e di riconciliarsi. E questo vale anche per i rapporti tra i popoli. In tutti questi casi la misericordia รจ capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare, come ha cosรฌ eloquentemente espresso Shakespeare: ยซLa misericordia non รจ un obbligo. Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. ร una doppia benedizione: benedice chi la dร e chi la riceveยป (Il mercante di Venezia, Atto IV, Scena I).
Eโ auspicabile che anche il linguaggio della politica e della diplomazia si lasci ispirare dalla misericordia, che nulla dร mai per perduto. Faccio appello soprattutto a quanti hanno responsabilitร istituzionali, politiche e nel formare lโopinione pubblica, affinchรฉ siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi puรฒ avere sbagliato. ร facile cedere alla tentazione di sfruttare simili situazioni e alimentare cosรฌ le fiamme della sfiducia, della paura, dellโodio. Ci vuole invece coraggio per orientare le persone verso processi di riconciliazione, ed รจ proprio tale audacia positiva e creativa che offre vere soluzioni ad antichi conflitti e lโopportunitร di realizzare una pace duratura. ยซBeati i misericordiosi, perchรฉ troveranno misericordia […] Beati gli operatori di pace, perchรฉ saranno chiamati figli di Dioยป (Mt 5,7.9).
Come vorrei che il nostro modo di comunicare, e anche il nostro servizio di pastori nella Chiesa, non esprimessero mai lโorgoglio superbo del trionfo su un nemico, nรฉ umiliassero coloro che la mentalitร del mondo considera perdenti e da scartare! La misericordia puรฒ aiutare a mitigare le avversitร della vita e offrire calore a quanti hanno conosciuto solo la freddezza del giudizio. Lo stile della nostra comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti. Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato โ violenza, corruzione, sfruttamento, ecc. โ ma non possiamo giudicare le persone, perchรฉ solo Dio puรฒ leggere in profonditร nel loro cuore. ร nostro compito ammonire chi sbaglia, denunciando la cattiveria e lโingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le vittime e sollevare chi รจ caduto. Il Vangelo di Giovanni ci ricorda che ยซla veritร vi farร liberiยป (Gv 8,32). Questa veritร รจ, in definitiva, Cristo stesso, la cui mite misericordia รจ la misura della nostra maniera di annunciare la veritร e di condannare lโingiustizia. ร nostro precipuo compito affermare la veritร con amore (cfr Ef 4,15). Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertร , rafforzando il loro senso di diniego e di difesa.
Alcuni pensano che una visione della societร radicata nella misericordia sia ingiustificatamente idealistica o eccessivamente indulgente. Ma proviamo a ripensare alle nostre prime esperienze di relazione in seno alla famiglia. I genitori ci hanno amato e apprezzato per quello che siamo piรน che per le nostre capacitร e i nostri successi. I genitori naturalmente vogliono il meglio per i propri figli, ma il loro amore non รจ mai condizionato dal raggiungimento degli obiettivi. La casa paterna รจ il luogo dove sei sempre accolto (cfr Lc 15,11-32). Vorrei incoraggiare tutti a pensare alla societร umana non come ad uno spazio in cui degli estranei competono e cercano di prevalere, ma piuttosto come una casa o una famiglia dove la porta รจ sempre aperta e si cerca di accogliersi a vicenda.
Per questo รจ fondamentale ascoltare. Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede lโascolto, lโaccoglienza. Ascoltare รจ molto piรน che udire. Lโudire riguarda lโambito dellโinformazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della comunicazione, e richiede la vicinanza. Lโascolto ci consente di assumere lโatteggiamento giusto, uscendo dalla tranquilla condizione di spettatori, di utenti, di consumatori. Ascoltare significa anche essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacitร e i propri doni al servizio del bene comune.
Ascoltare non รจ mai facile. A volte รจ piรน comodo fingersi sordi. Ascoltare significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, custodire la parola altrui. Nellโascolto si consuma una sorta di martirio, un sacrificio di sรฉ stessi in cui si rinnova il gesto sacro compiuto da Mosรจ davanti al roveto ardente: togliersi i sandali sulla โterra santaโ dellโincontro con lโaltro che mi parla (cfr Es 3,5). Saper ascoltare รจ una grazia immensa, รจ un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo.
Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non รจ la tecnologia che determina se la comunicazione รจ autentica o meno, ma il cuore dellโuomo e la sua capacitร di usare bene i mezzi a sua disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della societร ma possono anche condurre ad unโulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. Lโambiente digitale รจ una piazza, un luogo di incontro, dove si puรฒ accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale.
Prego che lโAnno Giubilare vissuto nella misericordia ยซci renda piรน aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazioneยป (Misericordiae Vultus, 23). Anche in rete si costruisce una vera cittadinanza. Lโaccesso alle reti digitali comporta una responsabilitร per lโaltro, che non vediamo ma รจ reale, ha la sua dignitร che va rispettata. La rete puรฒ essere ben utilizzata per far crescere una societร sana e aperta alla condivisione.
La comunicazione, i suoi luoghi e i suoi strumenti hanno comportato un ampliamento di orizzonti per tante persone. Questo รจ un dono di Dio, ed รจ anche una grande responsabilitร . Mi piace definire questo potere della comunicazione come โprossimitร โ. Lโincontro tra la comunicazione e la misericordia รจ fecondo nella misura in cui genera una prossimitร che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa. In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimitร tra i figli di Dio e fratelli in umanitร .
Dal Vaticano, 24 gennaio 2016
Francesco