Messaggio Giornata comunicazioni sociali. Papa Francesco: “La Buona Notizia riparte dall’uomo”.

(di Massimiliano Padula)

Parole che riportano al centro l’uomo e la sua capacità di scegliere tra il bene e il male.

È questo il senso autentico del messaggio di Papa Francesco per la 51ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali pubblicata oggi, 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales. Il Pontefice ci esorta a “macinare” i contenuti in modo costruttivo, senza disperdere i frutti della nostra comunicazione in preconcetti, paure e abitudini. Nello stesso tempo ci chiede di spalancare il nostro sguardo a ciò che rende una notizia “buona”, ispirati sempre dalla Parola autentica di Gesù che è Egli stesso contenuto originario di ogni comunicazione. Il rimando è alle parole di Isaia 43,5 da cui il messaggio trae ispirazione per il titolo: “Non temere, perché io sono con te”. «Da questo passaggio si percepisce l’idea di comunicazione di Francesco: una comunicazione che si fa consolazione, prossimità, comunione. Proprio come fa il Buon Samaritano che, per il Papa, rappresenta il modello perfetto di comunicatore perché scende tra gli ultimi e nello stesso tempo ascende con loro fino al Cielo.

«Questo Messaggio è un esercizio alla ricerca del Bene che possiamo intercettare anche nelle prove più dure, nei giorni più cupi che mettono a repentaglio il nostro equilibrio. È come se Francesco ci offrisse un’opportunità: rinchiuderci nei labirinti del nostro egoismo anestetizzando le nostre coscienze oppure affidarci a Lui che “illumina la nostra rotta e apre sentieri nuovi di fiducia e di speranza”. La comunicazione siamo noi, sembra dirci il Papa. Siamo noi che proiettiamo nelle nostre azioni e nelle nostre comunicazioni bontà, bellezza, sofferenze e fallimenti. Per questo motivo anche se Francesco non ne parla esplicitamente emerge il ruolo dei media come “canali viventi” di fiducia e di speranza. Quei media che per la nostra Associazione sono il pane quotidiano e il motore del nostro servizio. Facciamo nostre le parole del Pontefice (ri)umanizzandoci a una «comunicazione costruttiva che, nel rifiutare i pregiudizi verso l’altro, favorisca una cultura dell’incontro, grazie alla quale si possa imparare a guardare la realtà con consapevole fiducia».