Le associazioni: la famiglia, «start-up» d’Italia
Proposte, idee, progetti, critiche, richieste: le associazioni laicali d’ispirazione cristiana sono un laboratorio permanente sulla famiglia italiana. «Avvenire» di domenica 15 ospita una sintesi delle voci di alcune realtà che, ciascuna con la propria storia e sensibilità, aiutano le famiglie ad affrontare la realtà con senso cristiano, tra queste anche l’Aiart. Ecco, in forma integrale, ciò che propongono in questo delicato passaggio per la famiglia in Italia.
Matteo Truffelli
presidente nazionale Azione cattolica
Vorrei dire innanzitutto che il tema famiglia deve unire il Paese e non dividerlo su fronti ideologici. Poiché il futuro delle famiglie è il futuro dell’Italia.
A partire da questa consapevolezza, chiedo alle istituzioni democratiche che guidano il Paese il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, chiave del futuro, snodo per la sfida educativa.
Penso in particolare alla necessità ormai impellente di una fiscalità e di un welfare nuovi a sostegno delle famiglie, tutte le famiglie, in particolare quelle con più figli e quelle che sempre più di frequente si fanno carico da sole dei propri anziani o dei familiari con disabilità. Servono inoltre politiche di sostegno ai tanti giovani che una famiglia intendono costruirla, ma sono frenati da condizioni di precarietà e carenza di lavoro.
In un Paese come il nostro, di fatto in decrescita demografica, occorre dare ai giovani la possibilità di scommettere sul proprio futuro. Il nodo della disoccupazione giovanile è centrale: strangola le famiglie e con esse strangola il domani dell’Italia. Serve un piano per l’occupazione giovanile, recuperando risorse dagli sprechi della spesa pubblica e dalla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione.
La famiglia, a sua volta, deve ritrovare una nuova capacità di protagonismo, imparando a riscoprirsi tessuto di relazioni che generano vita, crocevia di impegni e di responsabilità, trama di concreta accoglienza dell’altro e, per questo, insostituibile scuola di umanità, di socialità. In tal senso, sono di straordinario esempio le tante famiglie italiane che ogni giorno si spendono con generosità per altre famiglie che piene di sofferenze ma anche di speranza arrivano nel nostro Paese in fuga da conflitti e povertà.
Si tratta di aiutare le famiglie ad aprirsi e a non ripiegarsi sulle proprie difficoltà, o a pensarsi come spazio di protezione che può bastare a se stesso, aiutarle a sentirsi parte di una più ampia realtà di relazione da cui ricevere sostegno ma dentro la quale imparare a stare nell’assunzione di responsabilità condivise.
Salvatore Martinez
presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
Sarà pure un segno dei tempi che si debba dedicare attenzione a tutto ciò che “secondo cultura” e non “secondo natura” legittima l’amore. Ma è alquanto significativo che lo si voglia fare non “a partire”, bensì “a prescindere dalla famiglia”. Promuovere la famiglia non è continuare a difendersi nella trincea di una battaglia in cui l’umano sembra incredibilmente riscriversi. E’ insopportabile la destrutturazione corrente del valore spirituale della famiglia: significa non voler difendere la pace sociale. Per questo, piuttosto che piangere sulle nostre omissioni e sui nostri ritardi, occorre riproporre in modo vitale, esperienziale, comunitario la bellezza ineguagliabile del matrimonio cristiano. E porre rimedio alla crisi delle paternità costituite, sempre più fragili e dubitative.
Roberto Gontero
presidente nazionale dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche)
Lo Stato deve dare vita a politiche famigliari adeguate per abbattere prima di tutto la denatalità che impoverisce, sia economicamente che culturalmente, il Paese, compromettendone il futuro. Sono tante le coppie giovani che vorrebbero mettere al mondo dei figli ma sono bloccate dalla mancanza o dalla riduzione di lavoro, oppure spaventate dall’impegno economico cui andrebbero incontro, mancando servizi appropriati per sostenere le dinamiche dell’impegno quotidiano verso i bambini. In questo senso dovrebbero essere premiate le aziende che si fanno carico di queste problematiche, con realizzazione di nidi e scuola per l’infanzia al proprio interno. Dev’essere finalmente riconosciuta la libertà di scelta educativa salvaguardata dalla nostra Costituzione, restituendo a tutti i genitori che vogliono praticarla un ’bonus’ da ’spendere’ nella scuola che scelgono, determinato dallo Stato nella misura di quello che spende per ciascuno studente nella scuola statale, e che dovrebbe accompagnare ogni allievo nel percorso scolastico prescelto. Anziché, come avviene ora, gravare sulla famiglia il doppio costo delle tasse, per una scuola statale che non utilizza, e la retta per quella realmente frequentata dai figli. Con i soldi che lo Stato risparmia grazie al sistema paritario pubblico, si può restituire dignità alle famiglie, applicando il principio della sussidiarietà e riconoscendo il pluralismo educativo, anche per educare alla tolleranza ed al rispetto dell’altro. Occorrono investimenti per la famiglia, quali l’abbattimento del cuneo fiscale e agevolazioni fiscali immediate per le giovani coppie, fin dalla nascita del primo figlio, riconoscibili in busta paga. Per sostenere il ricambio generazionale, servono naturalmente asili nido e scuole per l’infanzia a costi ’pro family’ per agevolare le famiglie dove lavorano entrambi i genitori. Sono necessari servizi adeguati per i disabili e gli anziani, anch’essi realtà facenti parte del sistema famiglia, ma ormai sempre più penalizzati dai tagli del sistema socio-sanitario.
Massimiliano Padula
presidente nazionale Aiart (Associazione utenti radio-tv)
Come si comunica la famiglia? Anzitutto affermando quello che è il suo senso originario: il luogo dell’amore autentico tra un uomo e una donna, delle porte aperte e delle gioie ma anche delle fatiche e delle imperfezioni. Purtroppo assistiamo spesso ad una comunicazione a senso unico. Le emittenti televisive (dalla Rai a quelle private) destrutturano attraverso i propri contenuti (fiction e programmi di intrattenimento su tutti) l’antropologia familiare proponendo modelli e storie di nicchia che hanno la pretesa di rappresentare la maggioranza. Per questo è necessario – conclude Padula – fare pressione su editori e autori ma soprattutto favorire processi di educazione mediale finalizzati a riconoscere le ambiguità e a rendere gli utenti coscienti e capaci di discernere.
Giuseppe Dessì
vice presidente vicario Anspi (Associazione nazionale oratori San Paolo)
Famiglia intesa come soggetto di diritti ma non individuali bensì collettivi. Necessita di provvedimenti legislativi che abbiano a cuore la cellula fondamentale della società. Non si può continuare facendo finta di non sapere cosa sia la famiglia e di continuare a favorire individualismi sterili che alla luce della nostra storia non portano da nessuna parte. Anche papa Francesco sottolinea e individua la famiglia come luogo dell’educazione integrale alla luce d’una morale cristiana fondata sull’amore (cfr. «Amoris laetitia», n.7)
Giorgio Tarassi
presidente nazionale Oeffe (Orientamento familiare)
Incontrando molti giovani single e molte famiglie giovani nell’attività di orientamento familiare in Italia e all’estero dell’ IFFD, mi sono convinto che è necessario che ognuno faccia la sua parte. Giovani e famiglie sono già abituati a fare sacrifici. Le associazioni familiari motivino, formino, sostengano l’empowerment delle famiglie e le loro reti di aiuto e solidarietà, ma gli altri attori,cioè stato e mercato, cambino agenda e allochino finalmente risorse per togliere dalla precarietà giovani e famiglie: occorre permettere ai giovani di formarsi e mantenere una famiglia , di vivere una vita armonica tra famiglia e lavoro , di avere i figli che desiderano , di avere un percorso di crescita anche se con sacrifici. Come diversi governi mettono in atto misure per attirare investitori nel loro paese,così per il futuro dell Italia occorre attirare giovani ad investire sulla famiglia . È la vera start-up di un Paese.
Dal sito di Avvenire del 14/05/2016