L’Aiart sul caso dell’11enne che ha sfidato Chiara Ferragni
“Qual è il senso di controlli e divieti che si possono aggirare? La violenza si esprime in tanti modi anche con la censura di chi ha pareri diversi sulla femminilità e sulla sessualità”.
Continua a fare discutere il caso del selfie nuda di Chiara Ferragni e la reazione di Giulia, adolescente di 11 anni che si chiede “quale sia il messaggio per noi ragazzine: che per farci notare dobbiamo mostrare il nostro corpo?
Tra commenti favorevoli e contrari il suo profilo Instagram viene bannato.
“La libertà di opinione è garantita dalla Costituzione – commenta Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart – la violenza si esprime in tanti modi anche con queste censure di chi ha pareri diversi e sacrosanti sulla femminilità e sulla sessualità. Impariamo da Giulia invece di censurarla”.
“Mi chiedo anche – continua Baggio – quale sia il senso dei controlli e dei divieti se poi in realtà ciascuno può aggirarli senza alcuna difficoltà e quindi accedere ad un servizio che in realtà chiederebbe un’età più matura. Il caso di Giulia non è un’eccezione, bensì la regola. Il numero dei ragazzi di età inferiore ai 13 anni che accede ai social è in aumento”
“Bisogna anche precisare che – conclude Baggio – l’undicenne, pur avendo violato il regolamento di accesso a Instagram, esprime un legittimo dubbio e una critica a chi dovrebbe essere un modello. Capovolgendo così i ruoli: per cui è la potenziale fruitrice di un messaggio che mette in discussione il ruolo della cosiddetta influencer che è anche madre e fa riflettere sull’efficacia diretta e indiretta di certi contenuti”
Così l’associazione cittadini mediali si domanda anche quanto sia giusto stabilire un’età minima di accesso ai social e torna a domandarsi sul loro ruolo.
In questo caso, allora, è il contenuto con la potenza del social che automaticamente provoca un’identificazione, si tratta quindi di casualità o di correlazione?