La Chiesa mediale. Ripartire dall’umano
(di Alessandro Palermo) «La storia dei media è storia dell’uomo, delle sue scelte, delle sue capacità e conoscenze. Nello stesso tempo la storia dell’uomo è orientata dai media. Non esiste organismo sociale non toccato dai media». Con queste parole Filippo Ceretti e Massimiliano Padula in “Umanità mediale” evidenziano quanto sia normale e naturale considerare i media come “rimandi” umani. L’uomo e la donna – sottolineano gli autori – vivono di media, anzi, sono essi stessi media. “Di conseguenza, sono convinto, che se l’uomo e la donna sono mediali l’intera azione pastorale (soprattutto quella comunicativa) deve cominciare a diventare mediale” (La Chiesa mediale).
Con il libro “La Chiesa mediale. Sfide, strutture, prassi per la comunicazione digitale” desidero mostrare tre cose.
1) Chiesa e comunicazione sono così legate che qualunque riflessione in merito alle realtà ecclesiali non può prescindere da un’ulteriore riflessione sulle dinamiche comunicative (La Chiesa mediale). Media e comunicazione non sono opzioni pastorali, ma rappresentano gli elementi portanti della comunità ecclesiale.
2) Nelle comunità ecclesiali (Diocesi e parrocchia) per comunicare istituzionalmente e pastoralmente è decisivo il ruolo dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni. Anch’esso non è opzione, ma è obbligatorio attivarlo al più presto dove non esiste e renderlo operativo dove esiste solo formalmente (La Chiesa mediale). A questo organismo spetta la direzione dell’intera azione comunicativa della Diocesi. In particolare è chiamato a progettare la comunicazione della Chiesa, poiché la condizione postmoderna si contraddistingue per una complessità che tocca tutti gli ambiti, soprattutto, quelli comunicativi caratterizzati da scenari digitali, è necessario progettare ogni azione comunicativa (La Chiesa mediale).
3) L’intera comunicazione della Chiesa è chiamata a riorganizzarsi secondo le logiche comunicative e culturali dei media digitali al fine di rispondere sempre meglio alle esigenze della missione della Chiesa (La Chiesa mediale). Lo ha già ben sottolineato Papa Francesco nell’istituire la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. I media, in particolare i social media, sono diventati, in un certo senso, necessari alla Chiesa non perché potenziano la Sua comunicazione, ma perchè offrono la possibilità di compiere azioni mediali, cioè attivare relazioni reali con persone, creare preziose occasioni per testimoniare la buona notizia, abitare ampi scenari in cui esprimere la bellezza della fede” (La Chiesa mediale). Oggi, credo che per santificare l’uomo e la donna occorre anche aprirsi con passione, coraggio e strategia allo scenario dei social media.