Immaginare il Metaverso e la Meta-educazione
Visione ambiziosa o possibile? Quale la cornice sociale e antropologica del metaverso e che spazio ci sarà per l’uomo nella nuova frontiera del mondo digitale? In che modo ‘Meta’ trasformerà la vita reale e come incontrerà il mondo dell’istruzione e dell’insegnamento.
Nonostante il termine non sia già più così inedito a distanza di quasi un anno dalla “trasformazione” (al momento solo ed esclusivamente) simbolica di Facebook in Meta, che mantiene ancora la sua principale identità e le sue funzioni essenziali di contenitore aziendale di messaggi, informazioni e dati personali degli utenti, si parla molto e in ogni ambito del cosiddetto “Metaverso”.
Quali siano le sue caratteristiche e potenzialità rimangono aspetti ancora incerti, confusi, poco prevedibili.
Sicuramente stiamo assistendo ad una fase di transizione, ma per comprendere a fondo le più grandi idee tecnologiche, molto spesso bisogna prima interrogarsi, innanzitutto, sul valore sociale e sul significato tecnico-culturale di alcuni termini che vengono usati per descrivere un cambiamento, una situazione o un comportamento. “Metaverso” è uno di quelli. Un termine complesso, affascinante, misterioso, ma nella sostanza, (forse) nulla di così straordinariamente nuovo.
Nella storia della comunicazione ogni era mediatica-tecnologica ha sempre riservato ai suoi futuri pubblici parti misteriose del suo “esserci” che si sono poi svelate nella loro essenza, potenti o deboli, utili o rischiose, in base alla natura tecnica del mezzo e agli utilizzi sociali all’interno di specifici
contesti di vita.
L’articolo completo è disponibile nel nuovo numero del Telespettatore a questo link.