Generation What, un sondaggio senza precedenti per raccontare i Millennials
All’iniziativa partecipano 12 Paesi europei. Per l’Italia, Repubblica è media partner della Rai. Un progetto crossmediale, con domande a tutto campo, per tracciare il ritratto più completo di un’intera generazione, dai 16 ai 34 anni: il questionario, i contenuti video e gli approfondimenti. Con i risultati aggregati in tempo reale. Di Alessia Manfredi dal sito de la Repubblica del 12 aprile 2016
MILLENNIALS. O generazione Y. O anche net, next, echo boom generation. Etichette diverse, che cercano di dare un nome a quella fetta di popolazione tra i 16 e i 34 anni. Che resta sfuggente, fluida, restia a lasciarsi incasellare in una definizione univoca.
Cosmopoliti, di larghi orizzonti, molto istruiti, ma sfiduciati e un po’ confusi, confinati in un limbo prima di tutto lavorativo. Senza certezze, non cosí ottimisti come spetterebbe loro per diritto anagrafico. E spesso incompresi, tacciati di “bamboccismo”, indifferenza, disinteresse.
Chi sono davvero i millennials? Il modo migliore per provare a capirlo è lasciar parlare loro. Con “Generation What”, un programma interattivo e crossmediale, di respiro europeo, in cui Repubblica è media partner della Rai, alla guida dell’edizione italiana. Il cuore dell’iniziativa – ideata e sperimentata prima in Francia, con grande successo, nel 2013 – è un sondaggio web su larga scala, rivolto ai giovani.
Sondaggio web in sei sezioni. Un questionario online di 149 domande, elaborate da un team di sociologi, accessibile da oggi direttamente dal nostro sito. L’indagine è suddivisa in sei aree specifiche: famiglia, amici e colleghi, percezione del sé, società e lavoro, futuro, Europa. E in 21 temi, che spaziano dalle reazioni alla crisi economica ai sentimenti più intimi, fino a toccare anche la sfera della sessualità. E poi il rapporto con i genitori, le diseguaglianze sociali, i sentimenti verso l’Europa. Per sondare ambizioni, paure e speranze dei ragazzi e tracciare un ritratto, il più completo possibile, dell’attuale generazione millennial europea.
Dodici Paesi aderenti. In Francia, dove l’idea è nata grazie a France Télévisions, Upian e Yami 2, in collaborazione con Le Monde e altre associazioni, la risposta è stata senza precedenti: 230mila questionari compilati per un totale di 23 milioni di risposte. Ha fatto molto parlare di sé, offrendo dati preziosi e spunti che hanno alimentato un dibattito acceso. Ora l’Ebu, European Broadcasting Union – l’unione europea dei servizi pubblici radiotelevisivi – che la ritiene progetto prioritario per il 2016, ha deciso di rilanciarla e ne coordina la versione in chiave europea: a “Generation What” partecipano, oltre l’Italia, la Francia, che ripropone il progetto, la Germania, Austria, Belgio, Spagna, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Galles (Regno Unito), Repubblica Ceca e Grecia.
“La Rai è orgogliosa di far parte di questo importante progetto internazionale che guarda al futuro: Generation What rappresenta una splendida occasione per svolgere il nostro ruolo di servizio pubblico permettendoci di capire meglio il nostro Paese e di intercettare e comprendere in maniera più approfondita i sentimenti delle nuove generazioni”, ha detto il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto.
Per la presidente, Monica Maggioni, queste donne e uomini “sono la vera forza trainante del cambiamento contemporaneo. Il nostro obiettivo è raggiungerli nel mondo che frequentano di più, per conoscere meglio i loro interessi. E’ indispensabile per allargare il nostro pubblico, stimolare nuovi contenuti, consolidare il futuro di una grande azienda culturale come la Rai”.
Risultati aggregati in tempo reale. Se l’anima dell’iniziativa è il questionario, l’aspetto social, fondamentale per i millennial, nativi digitali e continuamente connessi, è ugualmente importante. I risultati vengono aggregati in tempo reale durante la compilazione, permettendo il confronto tra il proprio profilo e la media nazionale ed europea.
Approfondimenti video. E sono arricchiti da contenuti video, uno per ogni tema, che facilitano l’identificazione con altri giovani che rispondono alle stesse domande. “Se ci fosse una guerra, saresti disposto a combattere per il tuo Paese?”, oppure “Credi che i problemi della gioventù di oggi siano colpa delle precedenti generazioni?” O ancora “Andresti a vivere all’estero?” Clip in cui si può vedere cosa pensano i coetanei degli altri Paesi, osservare le loro reazioni, i loro dubbi e le loro convinzioni.
Ritratto della gioventù europea. Un’indagine a tutto campo unica nel suo genere, che ha l’ambizione di essere la più completa finora realizzata sui giovani europei: affiancano il sondaggio un ritratto statistico della gioventù italiana, corredato da testimonianze in video e aggiornato in tempo reale con i dati estratti dal questionario, e uno analogo della gioventù europea, con una mappa infografica per confrontare le risposte di ogni Paese con gli altri. Nella scheda “Europa”, è poi possibile visualizzare una raccolta di tutti i moduli europei, realizzati con la stessa formula dei 21 moduli video, sugli stessi temi come il ritratto locale.
Il questionario rimarrà online per sei mesi, al termine dei quali si tireranno le somme. Periodicamente, Repubblica illustrerà i dati più significativi che emergeranno con dei focus specifici, per poi presentare, alla conclusione, i dati finali.