Il docu-reality “Stato Civile” in prima serata. Le domande alla Rai del Presidente dell’Aiart Massimiliano Padula
«Perché la Rai decide di rilanciare il docu-reality “Stato Civile” dopo averlo già inserito di recente nella programmazione della seconda serata della terza rete? Perché decide di collocarlo alle 20.05, in pieno preserale, per cinque giorni consecutivi, durante le festività natalizie?». A chiederselo, all’indomani della prima puntata, è Massimiliano Padula, il presidente nazionale dell’Aiart, l’associazione che dal 1954 tutela ed educa gli utenti dei media. «Non si tratta – sottolinea Padula – di domande retoriche ma di un vero e proprio appello alla Rai e in particolare alla rete diretta da Daria Bignardi, perché ci spieghino i motivi di una scelta che sa di forzato e di “costruito ad arte”. Non è nel nostro stile – aggiunge il Presidente – trarre conclusioni a priori o esprimere pregiudizi su storie di vita che meritano certamente rispetto, ma non possiamo non farci portavoce di una domanda di senso a cui il Servizio pubblico non può non dare una risposta». Ma le domande dell’Aiart non sono finite. L’Associazione rilancia con una proposta/provocazione: «Perché – si chiede ancora Padula – Rai Tre non scrive e realizza un format che riesca a raccontare la fatica e la gioia delle famiglie eterosessuali, a dare spazio alle contraddizioni e alle imperfezioni che oggi una coppia uomo-donna (sposata in Chiesa o civilmente) vive, nonostante le tante iniquità sociali ed economiche che spesso impediscono di generare figli e progettare il futuro? Sarebbe – conclude – un antidoto alla rassegnazione e un gesto degno di uno “Stato (e di un servizio pubblico) civile”».