Costruzione dell’identità, identità virtuale

Falsi sé e identità simulate: come riconoscere e riprendere coscienza della propria intimità senza incorrere nei rischi dei falsi miti mediatici? Anna Oliverio Ferraris, forte di moltissima esperienza clinica e competenze teoriche, ci indica come tutelare i bambini da questa deriva, mostrandoci le ragioni di una verità sconosciuta o sottovalutata.

Di Anna Oliverio Ferraris

La costruzione dell’identità individuale è un processo lungo e complesso che si struttura nel tempo a partire dai primi anni di vita e che resta aperto a modifiche ulteriori.

In questo processo entrano in gioco fattori soggettivi (temperamento, fisicità, esperienze, inclinazioni, talenti), fattori affettivi, educativi, le risposte degli altri, nonché i modelli di personalità che, nel corso della crescita, ognuno incontra nel proprio ambiente di vita. Modelli che possono essere rappresentati da persone reali ma anche da personaggi dello spettacolo e della fiction.

Anche in passato c’era chi si identificava con un personaggio mitico che non aveva mai incontrato ma di cui subiva il fascino attraverso i racconti. Oggi, però, con l’enorme diffusione del cinema, della televisione e ultimamente degli spazi virtuali delle tecnologie digitali, i modelli di personalità che vengono offerti a pubblici di tutte le età non sono soltanto numerosissimi ma, per il modo in cui vengono raccontati e rappresentati, finiscono per essere concorrenziali con le persone del mondo reale. Proprio perché “lavorati” secondo le regole della comunicazione e dello spettacolo, il loro impatto sull’immaginario degli spettatori può essere assai coinvolgente, tant’è che non sono pochi coloro che confondono la fiction con la realtà, l’attore con il personaggio, il divulgatore scientifico con lo scienziato, l’opinionista con l’esperto.

L’articolo completo è disponibile sul nuovo numero del Telespettatore a questo link.