Corso nazionale di formazione – Torino 6-7-8 Ottobre 2011
Gli atti e le relazioni tenute al corso nazionale di formazione sul tema “Quinto Potere? Cultura digitale e nuovi scenari reali”. Si riporta la locandina con il programma dettagliato dei lavori.
“Quinto Potere? Cultura digitale e nuovi scenari reali” questo è il titolo del Corso Nazionale di formazione dell’Aiart che si è tenuto a Torino, presso l’Istituto dei Salesiani di Valdocco, dal 6 all’8 ottobre scorso, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La tregiorni, finalizzata a comprendere come i media hanno influenzato, fra luci e ombre, la storia del nostro Paese, è stato seguito da insegnanti, catechisti, studenti delle facoltà di Comunicazione e operatori dell’informazione.
L’Aiart prosegue con le sue attività, “verso una maggiore consapevolezza ad un uso critico dei media, per non subirne gli influssi negativi”, ha spiegato in apertura il presidente, Luca Borgomeo, che ha accolto Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, insieme alla vicepresidente nazionale Marisa Coda Ferroglio e alla struttura all’Aiart piemontese. “Il vostro è un compito anzitutto educativo – ha ricordato Nosiglia – perché mediante i vostri interventi potete non solo denunziare quanto di distorto avviene nell’audience, ma orientare gli spettatori e comprendere il vero, il giusto e il bello dei programmi televisivi, in particolare, e della Rete”.
Nella foto mons. Nosiglia
l’intervento dell’arcivescvo Cesare Nosiglia
I media, infatti, hanno un ruolo sempre più pervasivo – secondo Valerio Cattaneo, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte – e le distorsioni operate dal corto circuito politica-media non consentono di dare risposte ai cittadini: “E’ giusto, per la politica, raggiungere l’obiettivo di far maturare una valutazione critica e matura dei messaggi mediali”.
Anche l’assessore alla cultura del Comune di Torino, Maurizio Braccialarghe, nel suo intervento, ha messo in primo piano le responsabilità della politica: “La tecnologia comporta di fatto dei rischi e delle opportunità, ciò che fa la differenza è il ricorso alla centralità della responsabilità, personale e collettiva, a cui siamo chiamati tutti i giorni.”
Nella prima giornata dei lavori si è svolta anche l’interessante Tavola Rotonda sul tema “150 anni di Unità d’Italia: il contributo dei media” con gli interventi di Mons. Domenico Pomipili, Vice Segretario della CEI e Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali; Mario Calabresi, direttore de La Stampa; Francesco Ognibene, giornalista dell’Avvenire; Andrea Melodia, Presidente dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana e Roberto Natali, Presidente della Federazione Nazionale Stampa della Italiana. La Tavola rotonda è stata moderata dal presidente nazionale dell’Aiart Luca Borgomeo.
Nella foto Calabresi, Ognibene, Borgomeo e Natali
ARTICOLO SOLO SULLA TAVOLA ROTONDA
Nella foto mons. Pompili
Nella foto Francesco Ognibene
Nella foto Mario Calabresi
Filmato degli interventi della Tavola Rotonda
La relazione conclusiva, nella prima giornata è stata svolta invece da Giovanni Baggio, vicepresidente nazionale dell’Aiart e direttore del Corso. “C’è qualcosa di veramente nuovo nello scarto tra le generazioni, tra nativi digitali e migranti digitali?”. Con questa domanda Baggio ha portato l’attenzione sui “compiti” sia dei figli che dei genitori, al fine di riscoprire un rapporto virtuoso che leghi le generazioni e porti gli adulti ad essere più credibili per i ragazzi.
“La generazione migrante ha pensato di dover lasciare il proprio mondo alle spalle – afferma Baggio – ma non riesce a ritrovarsi. Si è rotto un legame tra le generazioni: ci sono foglie senza radici e radici che non sanno più quale è il loro compito. L’uomo digitale non può dimenticare il passato, né rinchiudere il futuro nel suo pur vasto orizzonte.”
BAGGIO – Nuovi uomini digitali – torino.ppt BAGGIO – Nuovi uomini digitali – torino.ppt
La seconda giornata è invece stata introdotta da Mariachiara Martina, dell’Aiart di Torino, che ha illustrato gli argomenti e i temi del Corso agli studenti dell’Istituto ITIS Avogadro e dell’Istituto scolastico Casalette di Torino, che hanno partecipato ai lavori con curiosità ed interesse.
Adriana Marchia, Commissario Co.Re.Com del Piemonte ha tenuto la relazione dal titolo “Cinque anni di media education in Piemonte” puntando l’attenzione sul monitoraggio della programmazione televisiva, per favorire consapevolezza critica dei diritti dei minori e dei doveri di educazione alla multimedialità. “E’ necessario – ha aggiunto Adriana Marchia – migliorare e qualificare l’offerta televisiva rivolta al pubblico dei minori e sostenere esperienze e progetti per la fruizione critica dei media, costruendo reti istituzionali che si occupino della tutela dei minori nell’informazione”.
Di uso critico dei mass media hanno parlato anche Giuseppina Renzoni e Giuseppe Cosa, illustrando il progetto portato avanti presso l’Istituto Casalette di Torino: “Educazione all’utilizzo critico dei media”. Obiettivo del progetto: colmare l’emergenza educativa, attraverso una guida all’analisi critica e, conseguentemente, a una scelta più consapevole dei programmi TV e ad un uso responsabile dei social network.
I rischi che i ragazzi corrono nell’ambiente virtuale, aumentano, spesso, perchè si approfitta della poca conoscenza da parte dei genitori in ambito di social media. Il pericolo che arriva, il più delle volte, da utenti che si fingono adolescenti e in realtà sono ben più avanti con gli anni, non è da sottovalutare. Il professor Antonio Mandarano dell’Istituto Itis Avogradro di Torino e Anna Chiarle, Ispettrice di Polizia Municipale del capoluogo piemontese, hanno infatti illustrato le attività compiute per salvaguardare i giovani dalle insidie del web. L’apprezzabile lavoro compiuto, in sinergia fra scuola e forze dell’ordine, ha portato a buoni risultati, poiché ha delineato con esattezza le caratteristiche dello “spazio virtuale”. Nella presentazione del progetto, dal titolo “I rischi del mondo digitale” (da cui abbiamo preso spunto per la copertina di questo numero) sono stati evidenziati sia l’abbattimento delle barriere spazio/temporali che il superamento dei confini e dei limiti della corporeità che Internet riesce ad offrire, ovviamente con alti rischi di dipendenza.
Nella foto Giuseppina Renzoni e Giuseppe Cosa
G. COSA – G, Renzoni Esperienza a Caselette.ppt
Relazione sul progetto di Casalette – Torino
Nella foto gli esponenti della polizia municipale di Torino
I ragazzi delle scuole coinvolte nel progetto Aiart di Torino
Nella foto Mandarano
Nella seconda parte della giornata invece si sono tenute le relazioni del Prof. Gianpaolo Caprettini, Direttore del Master in Giornalismo all’Università di Torino e del Prof. Peppino Ortoleva, Ordinario di Storia e Teoria dei Mass Media. Al centro dei due interventi, gli intrecci fra potere, cultura e realtà e i processi di “informatizzazione” alla base della società moderna.
Il Corso di Formazione si è chiuso, nella terza giornata, con gli interventi di Domenico Infante, Segretario del Comitato di Presidenza dell’Aiart e Mons. Dario Viganò, Preside della pontificia Università Lateranense.
“L’opinione dei cittadini oggi non si forma più solo attraverso la stampa, ma anche attraverso i commenti e le opinioni che emergono spontaneamente dalla Rete” ha affermato Infante. Nella nostra epoca la conoscenza passa inevitabilmente attraverso il web, e tutti i cittadini ne sono coinvolti. “I canali per accedere a internet, ormai – secondo Infante – si sono moltiplicati e per entrare in una rete sociale si possono usare vari strumenti, tanti modi diversi di esercitare quello che è sempre più considerato un diritto ad entrare in contatto, servendosi dei social network e dei blog”.
Nella foto Domenico Infante e Giovanni Baggio
Infante – Corso Torino “Opportunità e rischi delle nuove tecnologie mediali”
L’audience rappresenta uno dei temi più importanti della ricerca sulla comunicazione, fin dal suo apparire come scienza strutturata, ha invece spiegato Viganò. “Esistono infatti significativi fenomeni macro-regionali, che vanno oltre i “classici” social network come Facebook o Twitter, che ormai rappresentano fenomeni globali.” Nella nostra società i media consentono di dare alla comunità basi differenti da quelle esclusivamente territoriali o “fisiche” e la partecipazione- ha concluso Viganò – è un concetto divenuto fondamentale poiché, peraltro, è alla base delle società democratiche.
Nella foto mons. Dario Viganò
VIGANO_AIART_TORINO_8OTT2011.pdf
Il corso viene chiuso dal presidente Luca Borgomeo e dal vice presidente Baggio i quali tirano le conclusioni dei lavori svolti, delle tante riflessione emerse, delle tante problematiche ancora irrisolte che chiamano l’Aiart, più che mai a lavorare duro e all’unisono.
La rassegna stampa
http://www.nuovetecnologie.itisavogadro.org/non-categorizzato/materiale-informativo
Avvenire – Nosiglia
La Voce del Popolo-Quinto Potere.pdf
VATICAN INSIDER
La bandiera dell’Aiart