Corso di Macerata 18-19-20 Settembre 2009
Corso di Macerata 18-19-20 Settembre 2009
Gli atti e le relazioni sul tema: “Lโemergenza educativa. La responsabilitร dei mediaโ.
Il resoconto e gli atti del corso di formazione nazionale di Macerata del 18-19-20 Settembre 2009. Si riportano le locandine con il programma dettagliato dei lavori nella Tregiorni.
Cartoncino invito corso Macerata con programma lavori
Venerdi 18 Settembre
Lโemergenza educativa – La responsabilitร dei media. Eโ questo il tema impegnativo che รจ stato sviluppato, nella tre giorni di Macerata, da bravi relatori in presenza di un nutrito numero di persone provenienti da tutta Italia. Lโamenitร del luogo dove si รจ tenuto il corso residenziale, la Domus S.Giuliano, ha fatto da ottima cornice per i lavori dei corsisti; la bella cittร di Macerata ha fatto il resto. Apre i lavori il presidente nazionale dellโAiart Luca Borgomeo il quale, in presenza di S.E. mons Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli, Treia, ha ringraziato i presenti per la loro partecipazione e il presule per la sua disponibilitร . Ha parlato del lavoro complessivo svolto dallโAiart in campo nazionale e delle prospettive future. Il presidente regionale Fernando Ilari ha salutato i presenti ringraziando la presidenza nazionale dellโAiart dellโopportunitร di tenere il corso a Macerata. La speranza di allargare la presenza dellโAiart in regione รจ concreta. Prende la parola il consigliere regionale Marco Lucchetti il quale ringrazia lโAiart per avere organizzato il corso in una regione bella e poco conosciuta, compito meritorio in un mondo, come il nostro, pervaso dallโinvadenza dei media. In Italia esiste la cultura dellโemergenza e non della prevenzione che presuppone un atteggiamento piรน razionale verso i problemi e una maniera piรน razionale per affrontarli.
Interviene il vicepresidente nazionale prof. Giovanni Baggio, direttore del corso, che sviluppa la relazione โLa responsabilitร di educare ai mediaโ. Per Baggio รจ importante il ruolo degli adulti nellโaffrontare โlโemergenza educativaโ. Il ruolo dei media รจ variegato perchรฉ nel quadro generale di negativitร emergono anche aspetti costruttivi. Nel mondo delle relazioni di solito i media non ci sono. Il Papa afferma che esistono nuovi modelli di comunicazione perchรฉ sta cambiando qualcosa nel mondo e quindi deve cambiare anche il nostro ruolo formativo. Questi temi attraversano tutti noi – nota Baggio – per cui nessuno puรฒ tirarsi indietro, anche se รจ un tema sconfinato. I giovani consumano e realizzano comunicazione e questo fatto รจ il cuore stesso del cambiamento in atto. Talvolta gli adulti sono spaventati del ruolo che devono svolgere; i tanti strumenti mediali esistenti non possono essere non conosciuti dagli adulti i quali devono dialogare con i giovani che sono profondi conoscitori di questi mezzi. I giovani hanno capito queste cose per cui una presenza adulta competente sarebbe da loro molto apprezzata; peraltro, si entusiasmano quando sono in presenza di adulti validi interlocutori che sanno mediare il senso della vita anche attraverso questi nuovi mezzi. Occorre rimettere al centro della sfida educativa chi ha ruoli educativi, chi produce media, chi accompagna ai media, chi svolge un ruolo sociale con i media.
Al termine della prima giornata di corso, conclude i lavori mons. Claudio Giuliodori con la relazione โLa sfida educativa nellโera della comunicazioneโ. In apertura mons. Giuliodori ringrazia lโAiart per la sua scelta di Macerata e auspica che possa essere, questa iniziativa, foriera di nuovi associati. In apertura della relazione evidenzia la moltitudine di strumenti mediali oggi esistenti nel campo della comunicazione. Manifesta il suo sconcerto per lโattacco che รจ stato sferrato a Dino Boffo, Direttore di Avvenire, con unโazione massacrante e ciรฒ ha generato inquietitudine e preoccupazione soprattutto per lโuso spregiudicato di unโarma micidiale come quella dei media. Cโรจ un problema di qualitร della vita, di programmi televisivi che non dovrebbero rappresentare conflitti, litigi, scandali al solo fine di fare presa sui telespettatori. Purtroppo un linguaggio sereno, pulito, prudente non fa piรน ascolti, non interessa piรน nessuno e ciรฒ crea grossi problemi. Oggi una TV pedagogica รจ una bestemmia, ha senso solo una proposta di contenuti in estrema libertร . La TV inesorabilmente porta in casa un esempio, una pedagogia che viene bene imitata ed assimilata. I messaggi trasmessi a mezzo stampa o radio hanno minima incidenza rispetto a quelli televisivi ed รจ quindi comprensibile il potere di chi ha in mano lโeconomia di queste emittenti. Purtroppo sono i pubblicitari a determinare i palinsesti delle TV e la relativa qualitร . Occorre ripartire da quanto detto in merito dalla Chiesa ed in particolare da quanto previsto dal Concilio Vaticano II. Il mondo della televisione รจ quello che rappresenta meglio il mondo incarnato nella storia. Il Papa, al numero 73 della Caritas in Veritate, afferma che le comunicazioni sociali rappresentano una dimensione costitutiva dellโessere umano. La comunicazione sociale non รจ un corollario del nostro vivere ma una caratteristica fondamentale che mette in gioco la nostra vita, la nostra esistenza. In questo senso i social network possono dare la possibilitร alla dimensione personale comunicativa attraverso lโespressivitร . In questo campo la Chiesa รจ stata sempre attenta e vigile e non ha mai avuto paura di cimentarsi, esempio ne sia la pubblicazione sin dagli anni โ50-โ60 dei giornali diocesani e del cinema nelle parrocchie. Lโavvento della televisione ha creato qualche problema non facilmente risolvibile. I giovani acquisiscono modalitร particolari nella loro relazione con i media, ma il vero problema รจ lโinterpretazione del reale rispetto al falso. Nelle fiction, reality show, ecc. emerge una relazione non positiva e vengono espressi valori negativi sotto il punto di vista affettivo; รจ naturale che i giovani assorbono questi valori con tutte le conseguenze. La Chiesa si sta muovendo in maniera decisa sul tema dellโemergenza educativa attraverso vari strumenti (Progetto culturale, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia) che operano a 360ยฐ. Tuttavia senza che gli adulti si mettano in discussione e prendano coscienza del mondo che cambia, non si potrร mai mettere in atto una vera sfida educativa. Mons. Giuliodori conclude evidenziando รจ urgente intraprendere una decisa azione di formazione alla comunicazione e rendere efficace lโazione di chi รจ deputato al controllo mediante unโopportuna legislazione.
Sabato 19 Settembre
Il secondo giorno, il 19 settembre, apre le relazioni la prof.ssa Maria DโAlessio, professoressa della Facoltร di Psicologia dellโUniversitร Sapienza di Roma, sul tema: โLa TV e la funzione educativa della famigliaโ. La DโAlessio apre con una definizione sullโemergenza educativa che, evidentemente, si pone allorquando il soggetto, preposto a educare, non รจ piรน in grado di farlo. E si chiede: i genitori oggi sono in grado di farlo? Se รจ no allora il problema si sposta sulle istituzioni. Un problema รจ costituito dalla mancanza di autorevolezza dei genitori e ciรฒ emerge chiaramente dai dati di una sua ricerca in cui si mettono a confronto genitori e bambini attraverso tre elementi: gradimento, credibilitร e propensione allโacquisto. In tale confronto si cerca di capire la capacitร del genitore di interpretare bene quanto fa il figlio; in realtร vi รจ una differenza marcata tra quanto il genitore pensa di essere piรน credibile e gradito rispetto a quando esprime il figlio tranne nel caso della propensione allโacquisto dove il rapporto si inverte. In tale circostanza si evidenzia un deficit di pensiero critico che penalizza il rapporto genitore-figlio. La DโAlessio si interroga sulla reale capacitร della Chiesa di comprendere oggi i bambini. Purtroppo la realtร dimostra che nella comunitร religiosa manca la comprensione dei bambini e ciรฒ vale anche per i genitori. SAT 2000 fa tante cose per la famiglia ma non fa niente per i bambini. Gli adulti commettono errori di competenza sui bambini in quanto dimostrano di non saper valutare la loro capacitร di fare. Per gli acquisti รจ sempre il bambino a decidere; lโesposizione ai programmi di pubblicitร induce un forte desiderio negli stessi i quali chiedono ai genitori ed ottengono senza molte difficoltร da parte dei genitori. Indubbiamente bisognerebbe preparare di piรน alla comprensione dei bambini perchรฉ sono una realtร particolarissima per cui se non si ha competenza non si รจ efficaci. La DโAlessio prosegue lโesposizione dei risultati della ricerca mettendo in evidenza gli effetti di una pubblicitร ingannevole (mandata in onda in fascia protetta) a cui sono sottoposti bambini e adolescenti i quali ricevono un messaggio che pubblicizza un prodotto che รจ un succedaneo della droga e viene percepito dai minori come tale. Altra questione affrontata รจ quella del bambino come consumatore. Dallโesame di alcune slides si evince che i bambini conoscono al 95% le marche del loro abbigliamento; le bambine piรน dei bambini perchรฉ i capi delle prime sono circa 24 rispetto ai 7 dei secondi per cui le femmine sono i veri bersagli della pubblicitร e, peraltro, sono piรน competenti, articolate e scaltre. Un discorso analogo si puรฒ fare per le scarpe in cui si evidenzia che, in pratica, alcune marche hanno il monopolio di vendita sulle bambine ed altre sui bambini. Altro problema รจ su cosa pensano i genitori dei programmi per i bambini. I genitori sanno cosa vedono i bambini, non lo approvano e non sanno imporsi per evitarlo e ciรฒ a prescindere dal sesso. Anche nel caso della valutazione del programma TV preferito non cโรจ accordo tra genitori e bambini. In tutti questi casi si determina in famiglia un conflitto continuo che porta il bambino a deprimersi, a sentirsi incompreso. La DโAlessio, infine, espone alcuni dati interessanti circa il personaggio preferito dai ragazzi attraverso le definizioni di identificazione, idealizzazione e metacognizione. Una bassa metacognizione, in pratica, denuncia una scarsa capacitร di senso critico per cui quando la scelta del personaggio preferito si identifica con se stessi o i propri amici la preferenza รจ alta. Nel velinismo, verificandosi un basso senso critico, prevale la bassa metacognizione o piรน esplicitamente la bassa metacognizione premia la non competenza. Infine la DโAlessio presenta i grafici relativi alle preferenze di programmi televisivi Rai per tre fasce di etร dei minori da cui si rileva unโampia diversificazione di scelta.
ย Intervista audio prof.ssa DโAlessio
Relazione prof.ssa DโAlessio
Interviene subito dopo il dott. Domenico Infante, Segretario nazionale dellโAiart, che tratta il tema โEducazione e diseducazione nella Rete. I social networkโ. I problemi della navigazione in Rete, che sono tantissimi, oggi si possono sintetizzare in una sola modalitร che รจ quella della partecipazione ai social network. Il relatore, per meglio trattare il tema, espone, in apertura, alcune conversazioni in chat di ragazzi ed alcune news di portali web relative a veri e propri reati per diffamazione a seguito di dichiarazioni scorrette, messe in Rete, a carico di alcune persone. Oggi, e maggiormente in futuro, sarร peggio visto che anche Papa Benedetto XVI, nellโenciclica Caritas in Veritate, al numero 73, testualmente cita: โConnessa con lo sviluppo tecnologico รจ lโaccresciuta pervasivitร dei mezzi di comunicazione socialeโ. Oggi non si puรฒ fare a meno dellโuso dei mezzi mediali, tuttavia preoccupa la miscela esplosiva che si produce quando nei giovani, ai problemi tipici di questa etร si affiancano i pericoli della Rete. Infatti ragazzi soli, che vivono nellโindifferenza e a volte nellโabbandono affettivo-relazionale, trovano soddisfazione nellโesibirsi su YouTube, su Facebook o su altri social network attuando atti sconsiderati o violenti. Il vero problema sta nella generazione adulta che non รจ capace di avere valori condivisi e quindi cerca la felicitร a buon mercato, il successo immediato; e i giovani imitano gli adulti. Manca una assunzione di responsabilitร adulta seria ed anche unโalleanza tra gli adulti e le istituzioni per dare risposte concrete alle giovani generazioni. Esiste un nuovo analfabetismo che riguarda in maniera particolare gli adulti ma che interessa anche i giovani che spesso fanno un uso inappropriato di queste tecnologie. Ma gli adulti non possono gettare la spugna e devono trovare vie dโuscita. E intanto i ragazzi, sentendosi soli, si riuniscono sempre piรน nei social network dove sviluppano relazioni e intrattengono rapporti amicali. Per entrare a far parte di un social network occorre costruire un profilo personale, partendo da informazioni come il proprio indirizzo e-mail fino ad arrivare agli interessi e alle passioni. Eโ possibile invitare amici a far parte del proprio network fino ad allargare la cerchia di contatti con gli amici degli amici. Tali ambienti virtuali creano un falso senso di intimitร che puรฒ spingere gli utenti a esporre troppo la propria vita privata fino a rivelare informazioni strettamente personali che possono provocare effetti collaterali anche a distanza di anni. Di queste situazioni i ragazzi, in prevalenza, non ne parlano con i genitori e neppure con gli insegnanti. Lo scrittore Affinati ritiene che la famiglia sia stata spiazzata dalla rivoluzione tecnologica. Un tempo la casa era il luogo per eccellenza di elaborazione dei valori. Oggi, oltre al padre e alla madre, lโadolescente ha una infinitร di interlocutori e spesso non riesce piรน a trovare una gerarchia dei valori. Il Papa parla di grande emergenza educativa in cui devono cimentarsi i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilitร educative i quali non possono tirarsi indietro. I genitori e gli insegnanti devono incentivare un loro reciproco ruolo formativo, mentre sarebbe anche molto utile fare rete con le associazioni che operano nel campo educativo, senza far mancare, peraltro, uno stretto rapporto operativo con le parrocchie.
Nel pomeriggio di Sabato 19 si รจ tenuta una Tavola rotonda sul tema โMedia e tutela dei minori. Ruolo e responsabilitร delle Istituzioni e della societร civileโ a cui hanno partecipato il dott. Franco Mugerli, presidente del Comitato Media e Minori, il dott. Marco Moruzzi, presidente del CO.RE.COM delle Marche, la dott.ssa Stefania Benatti, assessore regionale alla pubblica istruzione, il dott. Luca Borgomeo, nella doppia funzione di presidente del CNU e dellโAiart ed infine il dott. Vincenzo Varagona, giornalista della RAI marchigiana, nella veste di moderatore.
Apre gli interventi Moruzzi il quale precisa subito che la Regione Marche si รจ data la linea di attuare, nel campo delle comunicazioni, unโazione di prevenzione insieme a quella di repressione. A tale scopo hanno sviluppato una serie di iniziative di formazione e informazione, dโintesa con le scuole, al fine di sviluppare, nei giovani studenti, una coscienza critica. Hanno distribuito fascicoli informativi sullโuso responsabile dei media, hanno realizzato corsi di formazione con la compresenza di insegnanti e genitori. Fornisce alcuni dati sullโutilizzo della TV che sono a suo avviso devastanti, complice anche la completa assenza della famiglia. Fornisce dati su usi e abusi da parte dei minori anche se non mancano aspetti positivi sotto il punto di vista della percezione dei valori. I modelli emergenti della Tv, che vengono imitati, sono quelli delle veline e delle casalinghe. Espone i dati relativi ai danni che produce la pubblicitร nel proporre un mondo diverso, virtuale, certamente distante dalla vita reale. Parla di funzione omologante della TV che trova lโespressione peggiore attraverso i reality e simili. Tipico รจ il caso di Fabrizio Corona che ha avuto spazio in prima serata e viene ritenuto dai giovani un simbolo da imitare. In definitiva ritiene importante favorire nei giovani la formazione di una coscienza critica al fine metterli in condizione di saper discernere.
ย Intervento dott. Moruzzi Aiart
Mugerli apre con una suggestione il suo intervento paragonando la situazione dei media come una grande muraglia. Da questa situazione non si esce se ognuno degli interessati non fa un passo avanti, se pur piccolo; questa azione puรฒ dare la speranza di cambiare lโorizzonte. Spiega i principi generali di tutela dei minori e quelli di funzionamento del codice di autoregolamentazione, che a tutti gli effetti ha la forza di legge. Comunica i dati relativi ai casi trattati dal Comitato che comportano, alla fine, unโarchiviazione, una segnalazione alle emittenti oppure lโavvio dellโistruttoria da parte dellโAutoritร per le Comunicazioni. Nellโanno corrente i casi di violazione della Rai rispetto a Mediaset si sono raddoppiati; tuttavia ritiene che se i cittadini facessero sentire di piรน la loro voce sarebbe meglio. Un esempio รจ costituito dalla trasmissione โCosi fan tutteโ dove utenti, associazioni e partiti hanno fatto sentire la loro voce e il programma รจ stato spostato a tarda sera fuori della fascia protetta. La programmazione sta portando la moltiplicazione televisiva con tantissimi canali. Purtroppo le emittenti frappongo difficoltร : Sky non vuole saperne del codice e la RAI, che prima rappresentava un marchio di qualitร , รจ scaduta tantissimo. Gli strumenti di tutela si stanno rafforzando anche grazie alle direttive europee in materia. Da tempo il CNU ha predisposto una proposta di modifica del codice che dovrebbe prevedere le funzioni di tutela per gli altri media. Chiude con lโauspicio che possano arrivare sul tavolo del Comitato fiumi di fax e e-mail per segnalare casi di violazione. Varagona, nel suo lavoro di moderatore, si inserisce per esprimere il suo accordo sulla necessitร di creare un nuovo stile. Ricorda lโottimo lavoro che svolge il CO.RE.COM marchigiano nelle scuole e con i genitori, mettendo in evidenza i pericoli derivanti da una navigazione sconsiderata in internet, soprattutto dai cellulari. Occorre a suo giudizio una grande alleanza tra genitori e scuola che ha ottenuto risultati interessanti nel corretto uso dei cellulari. Lโassessore Benatti ritiene fondamentale la scelta educativa che ha fatto la regione Marche. A suo giudizio bisogna mettersi insieme per capire come si puรฒ affrontare lโemergenza educativa, come si puรฒ costruire un modello educativo nuovo in presenza di una societร che รจ tanto immersa in un mondo di tecnologia mediale pervasiva. Forse bisognerebbe ragionare in una prospettiva di un nuovo modello culturale coerente con gli stimoli provenienti dal mondo occidentale che presenta forti elementi di crisi e che รจ basato su un mondo che ha speculato e ha portato grandi problemi. La regione Marche si sta muovendo nella consapevolezza che quello dellโeducazione รจ un mondo complesso perchรฉ vengono coinvolti molti soggetti che spesso non possono fare altro che agire solo di buona volontร . Espone possibili strategie e alcune azioni messe in atte nelle Marche con progetti regionali, che coinvolgono genitori e famiglie su tematiche formative varie ed in particolare sul bullismo. ll presidente Borgomeo apre il suo intervento affermando che il CNU, col conforto di alcune associazioni, ha accertato, senza tema di smentita, che in Italia la tutela dei minori รจ bassissima e ciรฒ a causa di regole inadeguate e disapplicate anche da RAI e Mediaset. Uno di questi casi รจ costituito dal codice di autoregolamentazione Media e Minori nel cui corpo i controllori e i controllati coincidono; tuttavia, occorrerebbe almeno far funzionare le poche regole esistenti. Quindi mancano le parti terze che sarebbero necessarie anche se si attuasse un criterio di autocertificazione del prodotto da parte delle emittenti; in tale evenienza, ovviamente, in caso di falsificazione delle certificazioni dovrebbe scattare la sanzione senza indugio. In questa direzione la regione Marche fa un lavoro veramente encomiabile e sarebbe anche molto apprezzabile se i CO.RE.COM potessero mettere in atto un sistema sanzionatorio sostitutivo di tutela dei minori. Borgomeo riferisce di una proposta di costituire in ogni regione un organismo decentrato del Consiglio degli Utenti affidandogli le competenze locali.
Interviene, a conclusione della giornata, il dott. Marcello Soprani, esperto in laboratorio mediale, del Comitato scientifico dellโAiart, proponendo ai presenti la conduzione esemplificativa di una serata di teleforum familiare. I casi presentati sono tre. Il primo trattasi della presentazione della โcassetta degli attrezziโ del conduttore di teleforum attraverso lโanalisi dello spot Telecom โGandhiโ con la visione e la successiva riflessione critica distribuita in vari step e con il supporto di una griglia di lettura. Il secondo caso trattasi della sigla del film Dexter di cui รจ stata proposta ai corsisti unโanalisi della sigla in solo audio. Il terzo caso รจ molto complesso per la trama del film in discussione, sempre Dexter. Sono stati presentati due spezzoni del film, che tratta di un serial killer, nei quali รจ stato messo in evidenza lโoriginalitร in assoluto della figura del killer visto dalla parte dei โbuoniโ. In Dexter si รจ portati ad immedesimarsi, familiarizzare e solidarizzare con il protagonista e con il suo personale punto di vista sul mondo.
Analisi dello spot telecom-gandhi
Griglia di analisi spot telecom
Domenica 20 Settembre
Il terzo giorno viene aperto dallโintervento del consulente ecclesiastico nazionale dellโAiart mons. Dario Viganรฒ, preside della Facoltร di Scienze delle comunicazioni alla Pontificia Universitร Lateranense sul tema โPanorama antropologico e geografie umane dei ciberspazi. Le sfide culturali sotteseโ. Apre con una domanda: lโinnovazione tecnologica si colloca sul versante del determinismo tecnologico o su quello sociologico? I media vivono in un processo di rinegoziazione degli strumenti e lโAiart si occupa di media senza compromettere lโispirazione cristiana che caratterizza il suo cammino. In Italia esistono, quasi a macchia di leopardo, dei luoghi dove lโazione verso la consapevolezza dei media รจ forte. Ma ci sono state occasioni (Palermo e Loreto) in cui la Chiesa italiana ha fatto una riflessione profonda, dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, riassumendo un ruolo guida della societร . Si verificano sconvolgimenti politici in Italia con la modifica di gran parte dei partiti e la scomparsa della Democrazia Cristiana. Da quel momento i cattolici si trovano dispersi in ogni formazione politica, รจ il momento dello smarrimento. Viene a mancare il luogo di convergenza dei cattolici, si sfumano i valori irrinunciabili nellโazione politica. Il Progetto Culturale orientato in senso cristiano รจ lo strumento che dovrebbe impedire la diaspora culturale cattolica. Dal Giubileo del 2000 la chiesa รจ oggetto di particolare attenzione da parte dei media, il dibattito sul testamento biologico vede i cattolici in Parlamento in posizioni diverse, lโ11 Settembre risveglia lโidentitร cristiana in Europa. Si mette in moto unโattivitร culturale trasversale, viene elaborato il documento Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, si prende consapevolezza del processo di scristianizzazione in atto, si spinge fortemente verso lโazione educativa, la Chiesa si mette in ascolto dellโuomo moderno. Si sono affievoliti i tradizionali canali di trasmissione della fede e si deve fare i conti con un sistema mediatico invasivo e pervasivo. Ma cosa รจ cambiato? Il rapporto tra persone religiose, nel dibattito sociale la fede non รจ presente, lโesperienza credente รจ forzata rispetto alle tematiche fine vita/testamento biologico e ciรฒ pur con presenza di cattolici in tutti i partiti; nei dibattiti queste posizioni vengono definite โcattolicheโ quindi ideologiche. La visione laica non รจ neutrale bensรฌ ideologica. Ma tutto ciรฒ non deve scoraggiare perchรฉ in democrazia รจ cosรฌ. Lโesperienza cristiana รจ sempre messa in mora nel dibattito pubblico, tantโรจ che il significato della croce non รจ univoco. Cโรจ un grande cambiamento in atto! Il problema รจ che oggi non si riconosce piรน lโautoritร ed รจ tanto piรน grave per le istituzioni; i referenti si selezionano in maniera affettiva e non istituzionale. Se la Chiesa viene intesa come erogatrice di servizi, viene meno la funzione educatrice. Oggi cโรจ grande mobilitร , dobbiamo fare i conti con i territori virtuali, luoghi non luoghi, che sono moltissimi. โSe abbiamo in mente questi modelli siamo certamente fallimentariโ; tuttavia si registra un obiettivo calo vocazionale. Oggi bisogna prendere atto che occorre una nuova fase missionaria. Occorre un cambio di mentalitร e uno stile nuovo. Progettare significa proprio questo in termini di libertร e di consapevolezza; โlo stile diventa lโorizzonte della nostra azione. Nellโeducazione ai media qual รจ il nostro stile? lโinsegnamento di Gesรน!โ. Gesรน รจ stato grande comunicatore ma come si puรฒ โvivereโ bene da credenti i media e la comunicazione nellโepoca attuale? Il criterio รจ lโincarnazione di Gesรน che sceglie Cafarnao, perchรฉ era vicina a Tiberiade (luogo del potere romano), perchรฉ non ha voluto negoziare col potere la sua posizione. Cafarnao era in un crocevia di direttrici e quindi luogo di incontri, di educazione, di comunicazione, di trasmissione di messaggi e di valori. A Cafarnao va ad abitare a casa della suocera di Pietro in un domicilio incerto e non importante, quindi col significato di lievito della cultura e non di potenza. Cafarnao รจ anche luogo di confine e quindi non si puรฒ operare senza paura di mescolanza ma anche luogo dove si creano le condizioni della fraternitร e della relazione amicale. In questo quadro non tutti devono saper fare tutto. Nella fattispecie bisogna stare dentro al Direttorio Comunicazione e Missione ma bisogna non fermarsi e andare oltre. Si pone una questione antropologica sulle innovazioni comunicative nellโepoca contemporanea dove a rischio รจ la privacy della persona. Cโรจ una questione epistemologica: la realtร del sintetico รจ luogo di veritร o di inganno? Oggi si pone la necessitร di indicare al โviandanteโ la direzione, dare delle indicazioni di senso. Non cโรจ piรน spazio per le dichiarazioni, i problemi vanno affrontati uno per uno. Il cristiano deve riferirsi a Dio e deve da lui lasciarsi guidare per mano. La vocazione sociale del Web 2.0 รจ importante cosรฌ come รจ importante la relazione con tutto quello che comporta il social network. Di fronte ad una tale quantitร di contenuti messi in condivisione nei social network, gli utenti della Rete si trovano nella condizione di avere bisogno di unโeducazione allโanalisi critica superiore a quella delle generazioni precedenti.
Conclude la tregiorni Baggio e, ricollegandosi alla relazione precedente, conferma che non si puรฒ avere sudditanza, avendo come cattolici qualche elemento vincente. Tuttavia รจ sbagliato creare barriere tra cattolici ritenendo sempre di stare dalla parte giusta. A suo giudizio i cattolici devono ripartire a spendere il proprio protagonismo partendo dalle cose familiari; bisogna essere concreti, trovare ragioni che mostrano lโazione. Deve crescere la consapevolezza dei media da parte dei laici e dei presbiteri. I laici non sono impediti a muoversi nel senso della consapevolezza dei media anche quando il vescovo locale la possiede. Occorre avere piena consapevolezza dei media nella propria vita non rassegnandosi a svolgere un ruolo da spettatore ma da protagonista. Lโemergenza educativa non รจ qualcosa del tutto negativo perchรฉ costringe ad avere una consapevolezza della necessitร di unโazione forte, decisa, chiara, mirata, efficace. Lโemergenza educativa รจ qualcosa di nuovo a cui bisogna rispondere e fare un percorso comune svolgendo ognuno il proprio ruolo.