Agcom: richiamo a Rai e Sky su pluralismo dell’informazione.
Aiart: Il servizio pubblico deve servire il pubblico, aprendo le porte alla qualità d’informazione , alla sete di sapere e al dovere di trasparenza”
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nella riunione del 22 febbraio, ha “verificato la non piena osservanza alla raccomandazione recata dalla delibera del 19 dicembre scorso da parte della Rai e di Sky”.
Per quanto riguarda la Rai, l’Autorità punta il dito sulla programmazione informativa di gennaio e su altre vicende citando anche una puntata di TgPost (RaiDue) del 21 febbaraio 2019 per il riferimento da parte della conduttrice ai sondaggi relativi al voto in Sardegna. Quanto a Sky si riferisce a SkyTg24 “per i tempi fruiti nei notiziari dai soggetti politici e da quelli istituzionali” nel mese di gennaio 2019, non in linea con il tenore della raccomandazione di dicembre”.
In particolare, si legge nella nota dell’Agcom, “per quel che concerne la concessionaria pubblica, l’Autorità, esaminati i dati di monitoraggio riferiti al mese di gennaio 2019, ha ritenuto che la programmazione informativa delle testate Rai non si sia del tutto uniformata a quanto evidenziato con la raccomandazione dello scorso dicembre, sotto il profilo della completezza informativa e del contraddittorio”.
Pertanto, prosegue l’Autorità, “anche alla luce delle prescrizioni in tema di pluralismo recate dal nuovo contratto di servizio, stante l’approssimarsi della campagna elettorale, l’Agcom ha ritenuto di rivolgere un richiamo alla Rai per una effettiva parità di trattamento tra soggetti politici che devono fruire di tempi adeguati rispetto alla loro rappresentanza parlamentare, avendo cura di assicurare che la presenza degli esponenti istituzionali sia funzionale alla completezza dell’informazione sulle iniziative del Governo”.
Per quel che concerne i programmi, “si fa espresso riferimento all’esigenza del contraddittorio tra le posizioni manifestate dalle diverse forze politiche per consentire al cittadino-elettore di cogliere le ragioni che animano le varie opinioni in campo. Anche alla luce di alcuni esposti pervenuti, il provvedimento chiarisce che deve essere sempre garantito uno spazio adeguato alla rappresentazione dei punti di vista alternativi sulla medesima tematica, in ossequio al principio della trasparenza dell’informazione”.
In prospettiva di questo prezioso richiamo l’Aiart, ricorda i tanti appelli fatti in tal senso e l’imprescindibile e più volte rimarcato dovere delle emittenti e della Rai, servizio pubblico, in particolare, di smarcarsi dalle pressioni politiche ed ideologiche che spesso le paralizzano.
Il servizio pubblico, afferma Giovanni Baggio (presidente nazionale Aiart), deve servire il pubblico, senza essere dipendente unicamente dagli introiti pubblicitari; vogliamo una Rai che apra le porte al dovere di trasparenza e libertà di pensiero critico, alla tutela e alla promozione della cultura italiana e che si mostri sensibile a necessità sociali.
E’ fondamentale , ricorda Baggio, un immediato riposizionamento che regga su un’efficace politica di partecipazione che apra le porte del servizio pubblico al confronto con l’associazionismo e i cittadini, non riservato solo agli addetti ai lavori.
Un confronto che sia ‘costruttivo’, precisa Baggio, che possa promuovere il pluralismo informativo, valorizzando il patrimonio culturale del nostro Paese e favorendo una programmazione sempre attenta alla dignità delle persone, alla verità dei fatti, ad un linguaggio libero da volgarità e violenza.