33esima edizione del Festival Tipicità-9 marzo: Rocco Siffredi denuncia le zone grigie del porno online. Aiart: “Non c’è limite all’assurdo. E’ così che si creano cortocircuiti formativi…”

«Può uno spacciatore essere credibile come formatore in un convegno in cui si parla dei pericoli della droga?» Con questa domanda, solo in apparenza retorica, Lorenzo Lattanzi presidente Aiart Marche motiva la sua aspra critica alla presenza di Rocco Siffredi alla 33esima edizione del Festival Tipicità il 9 marzo prossimo a Fermo. Il celebre pornoattore sarà infatti ospite della Fondazione Marche Cultura per mettere in guardia «nientepopodimenoché dai pericoli delle piattaforme digitali per adulti e dalle insidie della Rete. E, non c’è limite all’assurdo, addirittura promuoverà un film con la nobile intenzione di denunciare le zone grigie del porno online. Mi domando, anche se temo si tratti di una domanda retorica – incalza il presidente Aiart Marche – se per l’iniziativa sia stato speso denaro pubblico e quale sia l’entità del cachet dato al pornoattore per l’intervento al convegno o il contributo alle riprese di un film in cui Siffredi addirittura svolgerà un ruolo drammatico…». E l’evento, rilanciato con titoli roboanti su tutte le testate locali, sembra non essere un caso isolato. In queste ore si assiste ad iniziative analoghe che riguardano addirittura la formazione dei ragazzi nelle scuole di diverse parti d’Italia. Un pornoattore emergente si è persino incatenato ai cancelli di una scuola superiore milanese dopo che alcune associazioni e un gruppo di genitori avevano contrastato la sua partecipazione ad un’assemblea che avrebbe dovuto metterli in guardia sui pericoli del porno, con incursioni “esperte” su educazione sessuale e malattie sessualmente trasmissibili. «Possibile – si chiede Lattanzi – che non ci si renda conto che si tratta di cortocircuiti formativi che anziché promuovere una vera coscienza critica e una corretta educazione non sono altro che passerelle offerte a personaggi in cerca di ulteriore visibilità? Con quale coraggio si autorizzano e, peggio ancora, vengono finanziate iniziative come queste, quando associazioni di volontariato come la nostra, con cui collaborano validissimi professionisti, faticano spesso ad ottenere persino modesti rimborsi spese?»
In tutto ciò va riconosciuta la grande scaltrezza di queste “star” e del loro entourage per la capacità, incomprensibile ai nostri occhi, di riciclarsi e di riuscire a guadagnarsi addirittura l’aura di personalità benemerite per l’impegno sociale nel contrasto di fenomeni pericolosi e corto circuiti informativi che loro stessi contribuiscono a originare.
«Come non preoccuparsi del disorientamento che viene causato nel pubblico, specialmente nelle giovani generazioni? – conclude amaramente il presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Associazione Cittadini Mediali – Ci si deve miseramente accontentare di riuscire a richiamare l’attenzione del pubblico numeroso a certe manifestazioni? Oltre alla quantità dell’audience, che fine ha fatto la qualità dei contenuti? Se un tempo si parlava di cattivi maestri, oggi dobbiamo mettere in guardia dall’illusione di tanti influencer venditori (non soltanto di fumo) e portatori di interessi opachi tutt’altro che nobili. Fatti di cronaca purtroppo non rari dovrebbero metterci in guardia da certi rischi. Servirebbe un risveglio di coscienza da parte del mondo adulto, ma tocca amaramente constatare che quest’ultimo purtroppo, come paradossalmente testimonia lo stesso Rocco Siffredi, rischia di essere parte del problema e non la soluzione!»