DDL Bilancio 2025, stop a Fondo e Osservatorio contro il gioco d’azzardo. Aiart: “Una manovra pericolosa e insensata”.

“Non si capisce la logica (se non quella di far cassa) di un disegno di legge in cui si continua a negare un’emergenza quale è la ludopatia”. Ad affermarlo è Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, in merito al Disegno di Legge di Bilancio 2025, in corso di approvazione parlamentare, in cui si prevede l’abrogazione dell’Osservatorio per il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e del fondo specifico per contrastare le dipendenze da gioco d’azzardo, con destinazione delle risorse a un fondo generico per le ‘patologie da dipendenze’. L’Osservatorio, similmente, verrebbe sostituito da un nuovo Osservatorio al fine del monitoraggio delle dipendenze patologiche.

“L’Osservatorio, precisa il presidente dell’Aiart, categoricamente non può includere le parti che perseguono il profitto. Dunque non devono esserci né i concessionari né le associazioni dei gestori. Il precedente decreto interministeriale, infatti, lo vieta esplicitamente e l’Aiart auspica fortemente che, in esito all’approvazione del disegno di legge, tale divieto venga di nuovo espressamente contemplato nel futuro decreto”.

“Manca in questo disegno di legge, nelle parti rilevanti in tema di gioco d’azzardo- aggiunge Baggio- una gerarchizzazione corretta dal punto di vista istituzionale degli interessi primari: dalla salute, alla sicurezza pubblica all’interesse fiscale dello Stato”.

“Inoltre-precisa Baggio- viene completamente escluso il settore del gaming. Di questa emergenza non c’è traccia. Questo significa anche che si sottovaluta l’impatto dell’online, nonostante i dati in continua crescita, e la capacità delle tecnologie digitali di attivare una dipendenza enormemente superiore alle forme di distribuzione del gioco d’azzardo su una rete fisica”.

Aiart è da anni impegnata nel contrasto della pubblicità del gioco d’azzardo e nel far conoscere l’impatto devastante che il gioco d’azzardo online può avere, con particolare attenzione ai giovani. La recente normativa presenta per l’associazione cittadini mediali profili di grande problematicità poiché di fatto si muove nella direzione di un ampliamento dell’offerta.