Giovani e web: ok di Meloni a gruppo di lavoro sui social media. Ma resta il nodo del porno online

DA key4biz: l’articolo integrale è disponibile a questo link

Il comunicato stampa è stato diramato da Palazzo Chigi […] domenica 20 novembre 2022, e meritava certamente più attenzione di quel che non si registra sui quotidiani di oggi (modestissima la rassegna su cartaceo e su web): il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deciso di ricordare la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (che si celebrava ieri, la terza domenica di novembre) con un annuncio stimolante, ovvero la costituzione di un gruppo di studio che affronti le tematiche critiche del rapporto dei giovani con i “social media”.

Così scrive la Premier: “oggi si celebra la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Una ricorrenza estremamente importante, che intendiamo celebrare confermando l’impegno a 360 gradi del Governo per garantire a bambini e adolescenti il godimento di quei diritti sanciti dalla Convenzione Onu e che spesso vengono negati o non assicurati come dovrebbero”.

Spiega Giorgia Meloni: “la crisi pandemica, il difficile contesto economico che ne è derivato e la complessa congiuntura internazionale nella quale ci troviamo stanno incidendo profondamente sul nostro tessuto economico e sociale. Hanno aggravato problemi già noti, dalla povertà alle diseguaglianze, e creato nuove emergenze. Bambini e ragazzi stanno pagando il prezzo più alto. Dati e statistiche sono concordi nel dire che le dure restrizioni alla socialità imposte durante la pandemia hanno avuto pesanti conseguenze sulla salute e sul benessere psicologico dei più piccoli e dei più giovani. Non dimentichiamo, inoltre, l’aggravarsi della diffusione delle dipendenze patologiche, il crescente fenomeno del bullismo e delle baby gang. Così come non si può più trascurare l’impatto dei social network e delle nuove tecnologie. Bisogna aiutare i nostri ragazzi a comprendere il duplice volto del web, strumento che non va condannato a priori ma che va reso un luogo sicuro, proteggendo i nostri bambini e ragazzi dalle insidiose trappole del cyberbullismo e della pedopornografia online”.

Con queste premesse – assolutamente condivisibili – l’annuncio: “il Governo intende istituire un gruppo di lavoro con tutti i Ministeri e le Istituzioni competenti per stilare un piano d’azione operativo e concreto. Dare nuova centralità ai bambini e ai ragazzi è una priorità: una sfida epocale, che intendiamo portare avanti perché il futuro della nostra Nazione dipende dalla capacità di rispondere ai bisogni delle giovani generazioni”.

Si ricordi che il tema “bullismo” è senza dubbio sensibile anche per esperienza diretta della Meloni, essendo lei stessa stata vittima di questo fenomeno, come racconta con franchezza nella sua biografia “Io sono Giorgia” edita da Rizzoli (la cui lettura – assolutamente intrigante – si consiglia a tutti coloro che nutrono perplessità e pregiudizi nei confronti della leader di Fratelli d’Italia)

Un richiamo è venuto ieri anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sempre in occasione della Giornata Mondiale, secondo il quale “deve essere profusa ogni energia per garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini una infanzia che risponda ai loro bisogni e alle loro aspirazioni ricordando che la Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia ha posto bambini e ragazzi al centro”. […]

L’incredibile caso del telefilm “Luna Piena” trasmesso da Rai 2 alle 19:40: un lupo mannaro, mamme con uteri in affitto, una donna che uccide l’ex con una mazza da baseball, un gay dal cui ano…

Qualche mese fa, abbiamo illustrato con accuratezza la dinamica del caso (ai limiti dell’incredibile) di “Luna piena”, ovvero la trasmissione di un episodio della serie televisiva statunitense “9-1-1” (vedi “Key4biz” del 28 gennaio 2022, “Rai trasmette in fascia protetta un telefilm raccapricciante: nessuno interviene”), andata in onda alle ore 19:40 su Rai2. L’episodio è stato trasmesso in “fascia protetta”, e quindi alla mercé di bambini ed adolescenti. Nel grande flusso delle trasmissioni televisive, nel “mare magnum” di quel che il web propina, “pochi” se ne sono resi conto… Le rilevazioni Auditel di quel giorno registrano questi dati: 735mila spettatori ed uno share del 3,3 %.

Una simpatica sinossi dell’episodio?! Un licantropo che divora una persona, donne incinte con utero in affitto che partoriscono in palestra, una donna che uccide con una mazza da baseball l’ex che la perseguita, un gay dal cui ano viene estratto un verme solitario

Riteniamo sconcertante e gravissimo che la Rai programmi nei suoi palinsesti la messa in onda di contenuti del genere nella fascia oraria protetta per i minori”, aggiungendo che “non è certo per questo che i cittadini italiani pagano il canone”, hanno denunciato a suo tempo Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente Presidente e Vice Presidente di Pro Vita & Famiglia, che ha promosso una petizione che ha raggiunto in breve tempo circa 30mila firme.

Avevano perfettamente ragione, eppure la notizia della denuncia di Brandi e Coghe non ha registrato una rassegna mediale minimamente significativa. I primi a sollevare il caso sono stati in verità, l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche Familiari Carlo Giovanardi (Governo Silvio Berlusconi, dal 2001 al 2006) e l’ex Presidente del Forum delle Associazioni Familiari Luisa Santolini, che hanno presentato un esposto formale al fantasmico Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione “Media e Minori”.

Il “Comitato Media e Minori”: soggetto fantasmico, ente inutile, comodo soltanto per consentire ai broadcaster di lavarsi la coscienza

E qui, veniamo… a bomba: questo Comitato di Autoregolamentazione è veramente un soggetto fantasmico, un ente inutile.

Si tratta di un organismo di “auto-regolamentazione” che non esercita un filtro minimamente efficace rispetto alle nefandezze e porcherie che tv e web offrono.

Il Comitato non ha peraltro la strumentazione adeguata alle funzioni che pure gli sarebbero state assegnate. Incarna il classico caso della foglia di fico per cercare di nascondere le proprie vergogne.

Lo abbiamo denunciato molte volte, anche su queste colonne: vedi “Key4biz” del 29 ottobre 2021, “Mise nomina il nuovo Comitato media e minori”; e del 19 novembre 2021, “Comitato Media e Minori, interrogazione a Giorgetti dei senatori Lannutti, Corrado e Angrisani (che citano Key4biz) ”. Si segnala che ad oggi, a distanza di un anno dalla presentazione, la risposta all’Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06301 non è ancora pervenuta. La legislatura s’è conclusa, ormai, e quindi… buonanotte ai suonatori.

E ciò basti.

Ma il caso “Luna piena” su Rai non è l’eccezione alla regola: semplicemente è un caso che non è sfuggito alla prevalente disattenzione.

Si segnala esemplificativamente anche la messa in onda, da parte di Mediaset, della serie americana “Shameless”, un cui episodio – con tanto di fellatio – è andato in onda alle 9 del mattino (per la precisione, fellatio e cunnilingus compaiono esattamente alle 8:47, sul canale 27)… Certo, il programma è andato in onda con “cartello” iniziale di avviso, e finanche “bollino rosso”… E, volendo, suvvia!, c’è sempre il “parental control” (libera-coscienza), nevvero?!

Esempi come questo se ne potrebbero produrre a decine, ma sembra che tutto questo sia una “nuova normalità”, nel sistema mediale italiano.

Rarissime le critiche, e da quasi nessuna testata giornalistica, se non il periodico della cattolica Aiart (Associazione Cittadini Mediali onlus), “Il Telespettatore”, diretto da Maria Elisa Scarcello. Nell’ultimo numero (edizione n° 7/8/9, luglio-settembre 2022), Giovanni Baggio, Presidente nazionale dell’Aiart, pubblica un editoriale intitolato “Infanzia proibita”. La denuncia è netta: “Il grido di allarme dell’Aiart e le prove del fallimento dello Stato italiano nella cronica inerzia a salvaguardare i superiori interessi dei minori e a potenziare la funzione fondamentale delle istituzioni preposte alla tutela”.

Denuncia caduta nel vuoto più totale.

Reazioni forse dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni alias Agcom?! No.

Apprezzamento da parte di un qualche segretario di partito, presidente di commissione parlamentare, finanche singolo deputato o senatore? Non registrato.

Dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (alias Agia) meglio tacere, dato che si tratta di un organismo assolutamente privo di poteri e risorse, geneticamente impotente: a cosa serve, concretamente, gentile Presidente Carla Garlatti?!

Nessun cenno a pornografia sul web ed alla deriva dei programmi tv nelle proposte che Carla Garlatti, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha sottoposto alla Premier

Peraltro, non ci sembra che tra le 5 proposte per “Riscoprire il futuro” (in materia di “minori autori e vittime di reato”)che Lei ha presentato giovedì scorso 17 novembre, in occasione della Giornata Mondiale Infanzia,vi sia traccia del problema “mediale” dei giovani: Lei ha proposto “sanzioni penali a misura di minorenne”, “giustizia riparativa come risposta prioritaria”, “sportelli dedicati a sostegno delle vittime”, “piena attuazione ordinamento penitenziario minorili”, “prevenzione spazi per i giovani ed educazione alla legalità”… Non 1 parola una sulla pornografia sul web, non 1 parola una sulla deriva dell’offerta di tv e piattaforme web. Questi problemi non esistono, nell’agenda dell’Agia?! Non ritiene che i problemi che qui andiamo sollevando vedano i minori come veramente vittime di reati???

Apprezzabile che Lei abbia inserito la questione dell’“ambiente digitale” nella Sua lettera aperta al Premier Meloni, il 9 novembre scorso: al primo posto, ha posto la questione della “povertà digitale”, al secondo la “dispersione scolastica”, al terzo la “salute mentale”, al quarto l’“ambiente digitale” appunto, ed al quinto la “partecipazione dei minori”.

Riportiamo la Sua specifica proposta, in argomento: “L’Autorità garante, insieme a Agcom e Garante privacy, ha messo a punto in un tavolo presso il Ministero della Giustizia una serie di proposte in tema di minorenni online”. Tre di esse, sono richiamate dalla nota inviata al Presidente Meloni:

  • per la verifica dell’età dei minorenni che accedono a social e app, è stata chiesta l’introduzione di un nuovo sistema basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, come avviene per la Spid;
  • rinnovata anche la proposta di innalzare a 16 anni l’età minima per prestare il consenso al trattamento dei dati personali da parte dei fornitori di servizi online, ai sensi del Gdpr”;
  • per i baby influencer – Lei ha sostenuto –  ho sollecitato l’adozione di una disciplina che preveda la verifica dei profitti generati online dai minori e il diritto all’oblio per i contenuti pubblicati su richiesta diretta dei ragazzi, una volta compiuti 14 anni”. Per i “baby influencer”, l’Autorità ha chiesto anche di estendere le tutele già previste per i minorenni che lavorano, come ad esempio nello spettacolo e nella pubblicità. Infine, per i casi di “sharenting” (condivisione online delle foto dei figli da parte di genitori e parenti) è stata sollecitata l’applicabilità delle disposizioni in materia di cyberbullismo, che consentono ai minorenni di chiedere direttamente la rimozione dei contenuti.

Bene, commendevoli iniziative. Se Governo e Parlamento dimostreranno di avere orecchie sensibili.

Nessun Suo cenno, però, al problema della pornografia indiscriminatamente accessibile sul web. Nessun cenno al problema della tutela dei minori rispetto a contenuti televisivi inadatti…

In questo ultimo numero della rivista dell’Aiart, viene pubblicata anche una intervista a Remigio Del Grosso, che è una delle rare voci fuori dal coro. La direttrice de “Il Telespettatore” così introduce l’intervista: “il Comitato che tutela i minori da contenuti mediali potenzialmente dannosi è in crisi: poche, quasi nulle le delibere di raccomandazione, quasi nessuna richiesta di sanzione. Spinta dell’opinione pubblica, ripresa di alcune proposte, presenza istituzionale delle associazioni degli utenti negli organi amministrativi della Rai: le indicazioni di Remigio Del Grosso in un’intervista che nasce con lo scopo di dare delle risposte ben precise agli utenti che interpellano l’Aiart”. Del Grosso è membro del Comitato Media e Minori, membro dell’Osservatorio della Regione Lazio per il gioco d’azzardo patologico, già Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti- Agcom, e Vice Presidente del “Comitato Media e Minori” del Ministero dello Sviluppo Economico… Sostiene tra l’altro Del Grosso: “il nostro presidente viene spesso intervistato in tv come opinionista sui temi più disparati, ma mai una volta che accenni al problema della pericolosità per i minori di alcune trasmissioni”. Il riferimento è al Presidente del Comitato Media e Minori, Jacopo Marzetti, che pure qualche settimana fa ha avuto un conato di… attivismo.

Lettera di “richiamo” (sic) ai broadcaster da parte dell’avvocato Marzetti, Presidente del Comitato Media e Minori: pannicelli caldi, ancora una volta

Qualche settimana fa, il Presidente del Comitato “Media e Minori”, l’avvocato Jacopo Marzetti ha indirizzato a RaiMediasetLa7ViacomDiscoveryConfindustria Radio TelevisioniAer-AnticoralloSky Italia, una graziosa epistola di… “richiamo” (sic). Indirizzata “personalmente” a Marinella SoldiFedele ConfalonieriUrbano CairoJaime OndarzaAlessandro AraimoFranco SiddiMarco RossignoliAndrea Duilio

Ma come è possibile non comprendere che azioni di questo tipo sono veramente parole… scritte sull’acqua?! Poco più di… un buffetto sulla guancia!

Ha scritto Marzetti: “in qualità di Presidente del Comitato Media e Minori ritengo doveroso richiamare la Vostra attenzione circa l’adempimento a uno dei principi cardine del codice di autoregolamentazione Media e Minori, ovverosia alla funzione educativa e di tutela dei minori che la televisione è chiamata a perseguire o comunque agevolare. Infatti non posso sottacere i numerosi esposti e raccolte firme pervenuti da cittadini e associazioni e relativi alla messa in onda di programmi che, pur non violando apertamente i precetti di condotta stabiliti dal Codice di autoregolamentazione sulla tutela dei minori in tv, non si pongono in perfetta coerenza con i principi dello stesso e con le responsabilità assunte nei confronti delle platee più vulnerabili di bambini e adolescenti”.

Si consenta la battuta: “in perfetta coerenza”, Presidente???

Continua il Presidente del Comitato Media e Minori: “per tali motivi, su richiesta adottata all’unanimità dal Comitato da me presieduto, si richiede la massima attenzione al fine di garantire una programmazione che assicuri il rispetto dei principi e dei valori più volte richiamati anche nei Vostri codici etici. In particolare, si fa riferimento sia alla necessità di garantire la qualità e il rigore dei programmi trasmessi anche nella fascia oraria non protetta, tenuto conto che in ogni caso possono essere visualizzati dai minori, sia ai programmi provenienti da altri Paesi soprattutto quelli dedicati ai più piccoli, per verificarne – prima della messa in onda – la compatibilità con il nostro ordinamento giuridico pur nell’esercizio della Vostra autonomia”.

E perché Marzetti non ha indirizzato la sua terribile epistola anche alle piattaforme come Netflix ed Amazon Prime?!

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L’articolo integrale è disponibile qui