Digital Services Act, protagonista della tutela dei minori

La legge sui servizi digitali (DSA) è stata approvata in via definitiva dal Consiglio europeo ed è la prima legge europea a garantire standard di protezione online. Ne parliamo con Marisa Marraffino, avvocato penalista per i reati informatici e difensore del Tribunale per i minorenni di Milano

di Daniela Zambonini

Quanto recepisce del disegno di legge sul DSA dello scorso aprile la versione definitiva appro- vata dal Parlamento europeo?

Marisa Marraffino – “È stato recepito molto del vecchio testo. In particolare sono stati mantenuti gli obblighi di moderazione e contrasto ai contenuti illeciti da parte delle grandi piattaforme online chiarendo che non si tratta di obblighi generalizzati ma di misure di sicurezza che sono esigibili da parte di piattaforme così grandi. Ci sarà più attenzione ai contenuti di odio, ma anche a quelli pericolosi e alla pubblicità rivolta ai minorenni.
È previsto l’obbligo da parte dei social network di valutare annualmente il rischio e di mitigarlo, anche attraverso l’uso dei propri algoritmi.
Molti studi, anche negli Stati Uniti, hanno ormai dimostrato come gli algoritmi dei social network siano progettati intenzionalmente per massimizzare il coinvolgi- mento e la dipendenza degli utenti, coinvolgendo direttamente la produzione di dopamina. Spesso incoraggiano fortemente anche i bambini a guardare video pericolosi, incentivandoli a condividere e visualizzare sfide virali.
Gli algoritmi sono anche in grado di profilare i minorenni per influenzare le loro scelte di consumo: tutte condotte che il DSA mira a scongiurare”.

Facciamo qualche esempio su come la tutela può essere messa in atto dagli algoritmi…

M. Marraffino – “Se ci sono contenuti pericolosi che circolano on-line occorre in primis, tramite gli algoritmi, si deve evitare che questi vengano visualizzati dai minorenni, questo è uno sforzo proporzionato ed esigibile.
Non sono obblighi di prevenzione assoluti che sarebbero incompatibili con la natura dei social network, ma misure di sicurezza proporzionate che oggi possono essere messe in campo”.

Quali i cambiamenti dopo la pandemia in tema di reati compiuti e/o subiti online dai minori?
M. Marraffino – “I ragazzi durante la pandemia si sono rifugiati online. A volte è stato un bene perché hanno trovato alternative

al mondo reale e hanno trascorso più tempo di qualità con le loro famiglie. Hanno reagito, adattandosi alla DAD e spesso incoraggiando gli insegnanti stessi a usare le piattaforme al meglio. Aumentando il tempo trascorso online, hanno però sperimentato anche nuove piattaforme.

Penso a tutte quelle che veicolano contenuti sessuali espliciti, come OnlyFans, che ha registrato un aumento degli iscritti. Spesso si tratta di minorenni perché i filtri che dovrebbero consentire l’iscrizione soltanto ai maggiorenni, non sempre funzionano. Sono inoltre aumentate le diffamazioni online, le sostituzioni di persone ma anche le molestie che a volte si sono tradotte in percosse o lesioni nel mondo reale. Quello che i ragazzi chiedono oggi più che mai agli adulti sono delle alternative. Purtroppo noi adulti non sempre siamo ottimi esempi. Mostrare delle alternative significa anche dare ai nostri ragazzi esempi e stimoli per fare la differenza in positivo.

La fine della pandemia ci darà un’opportunità senza precedenti: quella di ricostruire un mondo, anche digitale, che metta al centro le persone e la loro formazione”.

L’articolo completo è disponibile sul nuovo numero del Telespettatore a questo link.