Il tema dei vaccini viaggia incontrollato sui social. Aiart: “L’informazione di stampa e tv sia rigorosa e responsabile, evitando ogni speculazione e improvvisazione”
“Fare giornalismo non significa raccontare tutto ma saper scegliere e testimoniare la verità basandosi su notizie e informazioni scientificamente solide, in grado di offrire elementi di giudizio certi che sostengano le decisioni dei cittadini”. Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, l’associazione cittadini mediali di ispirazione cattolica, commenta così, in riferimento al preoccupante sovraccarico di informazioni medico-scientifiche a ‘canali diversi’.
“Il giornalismo professionista – precisa Baggio – sappia prendere le distanze con onestà intellettuale dalla informazione fai da te che circola sui social”.
“I social media – continua Baggio – sono utili in differenti circostanze; ma non per l’informazione medico-scientifica a ‘canali diversi’; eccetto se si tratta di ripostare un articolo scientifico oppure una raccomandazione per farla arrivare più rapidamente”.
“I social media – spiega Baggio – non hanno alcun filtro soprattutto sull’informazione medico-scientifica, ambito in cui bisogna essere molto cauti”.
Da questo punto di vista per l’Aiart è necessario un sistema più ‘governato’ in cui la fonte di ogni informazione sia trasparente e certificata.
L’associazione cittadini mediali segnala le migliaia di pagine relative alle associazioni di pazienti o a gruppi di utenti accomunati dall’interesse per una patologia o una terapia. “Alcuni di loro ritengono – sottolinea l’Aiart – che quanto leggono sui social network potrebbe influenzare le proprie decisioni in termini di scelte terapeutiche”.
“Il mondo scientifico – conclude il presidente – ci chiama a fare da contro-risposta alla molta diffidenza che circola in rete. La stampa deve affrontare questi temi con grande attenzione e una visione globale, dando un contributo concreto. A partire da adesso, perché il futuro è ora e questa è la nostra roadmap”.