Giornata contro la violenza sulle donne. Aiart: “Troppa violenza abita ancora gratuitamente i video. Necessario coglierne la portata e le dimensioni effettive”
In occasione del 25
novembre, data che l’ONU ha identificato quale Giornata internazionale
a contrasto della violenza contro le donne, l’AIART in collaborazione con il Club
Soroptimist San Donà di Piave – Portogruaro e le
Associazioni femminili AMMI e FIDAPA, propone a studentesse e studenti delle scuole
secondarie di secondo grado la visione/analisi del film “Una giusta
causa” di Mimi Leder. UN FILM PER RIFLETTERE SUL
DIVARIO DI GENERE, A GIUSTI PASSI SULLA STRADA DELL’ UGUAGLIANZA.
“Iniziative come questa – afferma Giovanni Baggio, presidente nazionale AIART, rappresentano essenziali forme di prevenzione, in aggiunta alla costante e quotidiana promozione di una cultura a favore di una immagine non stereotipata delle donne e del loro mondo”. “Troppa violenza – precisa Baggio – abita ancora gratuitamente i video; violenza non solo fisica, ma alla dignità, alla maternità, alla intimità, alla femminilità. E’ necessario coglierne la portata e le dimensioni effettive”.
“Nessun genere o linguaggio mediale – conclude Baggio – è esente dal rischio della spettacolarizzazione della violenza. Fenomeni molto evidenti in generi mediali come pubblicità, serie TV, film e videoclip musicali, ma a volte si estende anche al giornalismo. Esistono influenze reciproche e ibridazioni tra i linguaggi e le estetiche di forme mediali molto diverse”.
L’AIART è da anni impegnata a promuovere la diffusione del linguaggio non sessista e a sensibilizzare con l’informazione e la formazione gli studenti anche sulla toponomastica femminile. L’informazione e la formazione sono le forme di prevenzione con cui lavora l’Aiart contro l’invisibile radicalizzazione degli stereotipi contro le donne. Due preziosissime armi al centro di una ‘rivoluzione culturale’ capace di contrastare la violenza sulle donne, educando all’uso delle parole e delle immagini. Perché- precisa l’associazione cittadini mediali- non si può più prescindere dall’alfabetizzazione rispetto alle immagini: tutte e tutti ne siamo circondati, ma nessuno ci insegna a decostruirle e leggerle.