Spot Nuvenia, Aiart: “Giustificazioni inaccettabili”

Immaginiamo una bambina o un bambino di 5-6 anni davanti ad uno spot veicolato su tv o via web ( social in primis)  che riconosce la confezione degli assorbenti che ha visto in bagno….Libertà di educazione significa che non può essere uno spot a dettare i tempi e l’età in cui un genitore decide di affrontare certi argomenti. E poi la banalizzazione animata, siamo certi che sia la formula migliore?  Risponde così l’Aiart – l’associazione spettatori di matrice cattolica- alle assurde motivazioni di Lucia Tagliaferri (Direttrice commerciale Consumer Goods Essity Italia) – a difesa della campagna pubblicitaria sulla Nuvenia – che dichiara di essere ‘orgogliosa del debutto italiano della campagna Viva la Vulva’.

Nonostante i codici contemporanei della comunicazione pubblicitaria siano sempre più sbilanciati su ironia,  sarcasmo e immagini ad effetto – afferma l’Aiart – fatichiamo ad accettare   uno stile di narrazione che semplicemente ha fatto flop.

“Ogni limite a protezione della intimità è stato superato.  Ricordo – precisa il presidente nazionale Giovanni Baggio – anche i recenti e continui moniti di Papa Francesco a coloro i quali operano nel mondo digitale, i richiami alle proprie responsabilità e le esortazioni a cambiare rotta”.

A seguito delle  inaccettabili ‘giustificazioni’  della direttrice Tagliaferri,  delle innumerevoli segnalazioni e  polemiche che giungono in redazione e del silenzio assordante degli organi di vigilanza – l’Aiart  precisa che interverrà con apposita denuncia alla Procura della Repubblica nei confronti  della Nuvenia.