La cittadinanza mediale al tempo del coronavirus. Aiart: “ SCUOLA e CHIESA IN USCITA per una comunità in cammino”
In queste settimane si è rivelata la straordinaria capacità delle tecnologie digitali e anche i più scettici e restii tra docenti, educatori e formatori hanno compreso che in questa situazione solo il digitale ha saputo offrire una risposta al bisogno di comunicare, di stare insieme, di scambiarci idee, contenuti disciplinari, battute per sdrammatizzare o pensieri per darci coraggio. Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, massmediologo e Rettore del Collegio Arcivescovile De Filippi definisce come ‘inaspettata conquista naturale’ l’accelerazione per l’uso didattico del digitale ed esprime il totale apprezzamento per aver colto questa situazione di emergenza come un potente trampolino per dare una svolta alla Scuola che finalmente si appropria della tecnologia e la usa e la fa usare per la didattica, lo studio, l’approfondimento culturale. Proposta , questa, da sempre sostenuta dall’Aiart, anche con una raccolta di decine di migliaia di firme.
Certo non tutto è perfetto – precisa Baggio – non tutto funziona ‘come in aula o in laboratorio’, la dinamica del gruppo dei compagni è anestetizzata, ma abbiamo trovato il modo di spiegare e far apprendere nonostante la sospensione delle lezioni in aula.
Come sappiamo però – aggiunge il presidente – questa nuova modalità di fare Scuola non significa affatto perdere la Scuola tradizionale, ma come ogni conquista nel campo della comunicazione, ci invita a SOMMARE questa a quella per trovare nuove sintesi e nuovi percorsi e diventare davvero CITTADINI MEDIALI.
La sfida è per Baggio quella di mettere in prima linea non solo la Scuola ma anche la Chiesa nell’uso del digitale non tanto per tenerci al sicuro e lontani dal contagio, quanto per poterci sentire ancora comunità in cammino. Per questo l’Aiart rilancia l’invito di don Fortunato Di Noto- sacerdote in prima linea contro gli usi distorti della rete: “Distanti sì ma uniti sempre nella Comunione”. Anche questa è CHIESA IN USCITA.
Certo che la vita di comunità con i suoi gesti ed i suoi riti – conclude il presidente – NON possono essere sostituiti ma imparare ad usare la tecnologia per non risultare ASSENTI o MUTI è necessario.