Disforia di genere e transessualità a ‘Vieni da me’: Aiart “La fascia protetta non è un’utopia. Anche la TV deve fare la sua parte”
Il caso sull’intervista andata in onda a Vieni da me sul tema della disforia di genere e della transessualità è stato sollevato da figure istituzionali come il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, senatore Alberto Barachini, e il presidente della Commissione Bicamerale per l’infanzia, senatrice Licia Ronzulli. L’intervento del presidente nazionale dell’Aiart Giovanni Baggio.
Rai, Marcello Foa: “La trasmissione tecnicamente non era in fascia protetta ma è anche vero che fosse comunque in un orario di ampio ascolto di minori in giorni in cui tutti devono stare a casa. E’ fondamentale che il servizio pubblico tenga conto di ogni sensibilità presente nel Paese, con equilibrio. E che l’offerta al pubblico prenderà in considerazione i richiami sull’estensione delle tutele previste per le fasce protette e la modifica di conseguenza delle modalità dell’intrattenimento”: Il presidente Rai è un fiume in piena e così prende in considerazione le osservazioni mosse sul caso.
Cosa dicono i regolamenti?
«Che il minore è un cittadino soggetto di diritti e che perciò ha diritto a essere tutelato da trasmissioni televisive che possano nuocere alla sua integrità psichica e morale»(Codice di autoregolamentazione tv e minori). Ma anche che se tra le 19 e le 22.30 è presumibile che ci sia un adulto ad accompagnarlo, prima no.”
“Come AIART da tempo auspichiamo che la TV faccia una compagnia intelligente alle persone e sappia proporre programmi di intrattenimento, di approfondimento, culturali e di svago che possano contribuire all’arricchimento di ciascuno. E spesso NON siamo stati ascoltati, afferma il presidente dell’associazione spettatori cattolici, Giovanni Baggio.”
“Questa emergenza – continua Baggio – chiede a ciascuno un maggiore senso di comunità e di responsabilità. E anche la Tv deve ascoltare questo appello. Ci arrivano centinaia di telefonate e mail sulle trasmissioni pomeridiane che spesso sacrificano ogni regola alla logica dello share”.
L’Aiart, ritiene inaccettabili determinate proposte specie dai canali della televisione pubblica e indica, a nome di tutti gli utenti, dei suggerimenti:
1 – Ampliare ed arricchire la programmazione dedicata ai ragazzi ed alle ragazze sia nella fascia mattutina, sia in quella pomeridiana per sostenere l’impegno della scuola che con la didattica a distanza sta cercando di continuare la sua mission anche con qualche difficoltà;
2 – Estendere la fascia protetta in relazione alla programmazione;
3 – Offrire una informazione in tempo di crisi capace di non scatenare il panico e di sostenere invece la difficile condizione che il Paese sta vivendo e che le persone faticano a sopportare psicologicamente ed emotivamente
Il Paese ha bisogno di un collante sociale – conclude Baggio – e crediamo che l’industria culturale possa offrire il suo contributo con un doveroso senso CORRESPONSABILITÀ SOCIALE. Tutti siamo chiamati a dare il meglio di noi in queste settimane, sull’esempio straordinario di chi in prima linea sta soccorrendo e curando uomini e donne, giovani e anziani.