TV, la trasmissione di Giletti. Aiart: “Un’Arena, coerentemente con il titolo del programma”
“Ha scritto la prima stronzata che gli è venuta in mente”: così Massimo Giletti introduce la puntata di Non è l’Arena di domenica sera attaccando il tweet di Chef Rubio sui due agenti uccisi a Trieste. Decine le segnalazioni arrivate all’Aiart, l’associazione spettatori di matrice cattolica che sistematicamente rifiuta queste proposte televisive mettendosi dalla parte dei telespettatori per poi fornire esplicative chiavi di lettura.
“La scelta del focus sul tweet denigratorio, illogico e irricevibile di uno chef, i tentativi di contattare lo stesso per chiedere in diretta “spiegazioni”, la frase del giornalista che lo commenta con un’espressione volgare andando a porre la comunicazione sullo stesso piano”. E’ stato il canto del cigno di Massimo Giletti nella scorsa puntata del suo programma. Il tutto condito da uno spazio alla propaganda politica.
“Un’informazione giornalistica di basso profilo travolta dalla patologia del sensazionalismo che altera il senso autentico di un giornalismo responsabile dello sviluppo culturale e sociale del Paese”: commenta così la trasmissione di Giletti – in una nota – Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart.
E così – precisa l’’associazione spettatori cattolici – Giletti esterna la prima montatura mediatica che gli è venuta in mente; regalando un tributo indegno ai due giovani poliziotti e altro dolore su dolore alle loro famiglie.
“Resta lo sconcerto – precisa Baggio – per il pressapochismo e il nodo dilettantistico con cui è stato proposto il racconto giornalistico”. “Alla barbarie espressa nei social – conclude Baggio – chi fa televisione ha la grande opportunità di contrapporre una narrazione di pubblica utilità e, in questo caso, capace di aprire una doverosa riflessione sul nostro debito di riconoscenza e di impegno a far superare i limiti che ostacolano il miglioramento delle condizioni di lavoro delle Forze dell’ordine”.