Fuori da Facebook e Instagram chi diffonde odio. Aiart: “Soddisfazione ma resta ambiguità sulla regola. Serve maggiore consapevolezza nell’uso degli spazi digitali”.
L’Aiart non può che essere sollevata da questa importante presa coscienza. Non si tratta di censura ma di una barriera contro l’odio verbale che non è un’opinione e non si limita alle sole dimensioni ‘virtuali’ ma nasce dalla realtà e ritorna nella realtà.
Giovanni Baggio, presidente dell’Aiart, afferma che “si tratta di un passo decisivo circa la corresponsabilità educativa da parte delle società editrici di siti ma resta “imprescindibile”- precisa il presidente – che anche altre situazioni fossero gestite con uguale assunzione di iniziative a tutela della convivenza civile e dei valori a fondamento della nostra civiltà”.
“Non nascondiamo – continua il presidente – che come associazione di tutela dei tele – utenti – abbiamo riscontrato alcune ‘ambiguità’ sulla regola che ha portato Facebook alla seguente scelta”.
“E’ necessaria – conclude Baggio – una normativa complessiva di prevenzione e sanzione dei linguaggi d’odio sul web associata ad un lavoro efficace degli organismi di vigilanza e ad un processo educativo integrato. Perché la rete e i suoi spazi altro non sono che traslato dei nostri valori, delle nostre intenzioni, dei nostri vizi”.