Educazione, unico baluardo contro ogni forma di discriminazione

Celebrare la Giornata della memoria, ricorrenza internazionale che celebra il 27 gennaio di ogni anno le vittime dell’Olocausto, significa rimanere vigili e rigettare odio e discriminazioni di ogni natura. I media attraverso la forza del racconto contribuiscano a creare quotidianamente conoscenza e consapevolezza evitando la semplice retorica delle commemorazioni.   E questo non abbandonare il tema, continuare a mantenerlo vivo come una delle emergenze su cui è importante riflettere, è fondamentale nella formazione delle nuove generazioni. Il racconto mediatico deve andare avanti cercando di avvicinarsi sempre più ai giovani, con nuovi linguaggi, strumenti e strategie comunicative. Anche i social media devono dimostrare – e spesso lo hanno fatto- di poter essere piattaforme con un ruolo di comunicazione oltre che istantanea anche responsabile.

Perché se i media siamo noi, con quel che lasciamo che siano, cioè così poco rispetto al loro uso, ne perdiamo le vere potenzialità. Le finestre da cui dobbiamo raccontare la narrazione del mondo non dovrebbero darsi altri occhi?

Lavorare sul coinvolgimento in questo senso non solo permette di non creare eroi lontani, ma aiuta a far capire le enormi fragilità su cui poggiano odio e discriminazione.

Non è tanto interessante la retorica delle commemorazioni ma raccontare qualcosa che sottenda le domande universali che riguardano la vita delle persone. E’ questo il punto fermo su cui i media e le istituzioni tutte dovrebbero basare il  loro impegno contro quel “nemico comune” che si chiama ignoranza.

L’educazione alla legalità e alla non discriminazione resta senza dubbio la prima forma di contrasto al diffondersi di ‘quel virus micidiale pronto a svegliarsi e contro il quale bisogna sempre mantenere alta la guardia’ come ricorda il Presidente  della Repubblica Sergio Mattarella.