Corso di Carbonia 9-10-11 Febbraio 2007

Sintesi di alcune relazioni sul tema del corso: Famiglia e Tv.

Sintesi sul tema: Famiglia, scuola e Tv: chi “forma” i giovani?
di Antonio Vitaliano

Per la prima manifestazione pubblica dell’Aiart in Sardegna è stato scelto un tema di grande attualità: la funzione educativa della famiglia, della scuola, della Tv. Ad aprire il Convegno, svoltosi nell’ampia sala del Comando dei Vigili Urbani di Sassari è stato il Presidente regionale dell’Aiart sarda Nicolino Ledda, che con la collaborazione del presidente provinciale Nicola Puggioni e di tutto il Direttivo ha organizzato quello che “è il primo evento” dell’Aiart nella regione sarda. Ampia e qualificata la partecipazione; significative le presenze di rappresentanti delle istituzioni, con il Presidente della Provincia, Giudici, dell’ assessore ai Servizi Sociali Cecilia Sechi, il vice sindaco di Sassari, i sindaci di alcuni comuni della provincia, tra i quali Pasquino Porcu di Mores e Luciano Mura di Porto Torres.
A sottolineare l’ importanza che per l’Aiart nazionale ha significato il Convegno, va rilevata la presenza sia del Presidente Nazionale Luca Borgomeo, sia del Vice Presidente Nazionale Giovanni Baggio.
L’introduzione di Nicolino Ledda ha sùbito centrato il tema dell’incontro: il rapporto tra le principali agenzie educative (famiglia e scuola) con quello che, per molti aspetti, ha assunto un ruolo egemone nella formazione dei cittadini, ed in particolare dei bambini e degli adolescenti: la TV.
Su questo aspetto si è soffermato in modo particolare il professor Giovanni Baggio che, nella sua relazione, ha sottolineato l’esigenza di una “sinergia” tra famiglia, scuola e TV nella difficile e complessa attività formativa dei minori, in rapporto continuo con tanti media (TV, radio, telefonini, videogiochi, internet) ed esposti alla loro influenza, non sempre positiva.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è sviluppata la relazione del Presidente Nazionale, Luca Borgomeo, che – esasperando volutamente il tono – ha esplicitamente parlato di una TV, non solo cattiva maestra, ma “nemica” della famiglia. Nel suo intervento Borgomeo si è poi soffermato sulla necessità di far crescere la consapevolezza dei telespettatori, soprattutto genitori e insegnanti, sui “danni” che i mass-media, ed in particolare la TV, possono arrecare ai minori, proponendo stili di vita, atteggiamenti, linguaggi, pseudo-valori oggettivamente negativi, specialmente nei telespettatori meno dotati – per esperienza, età, cultura – di capacità critica di vigile attenzione.

Un ampio dibattito ha fatto seguito alle 2 relazioni, con una diecina di interventi che hanno testimoniato l’interesse del qualificato pubblico.

Borgomeo e Baggio, concludendo i lavori, hanno espresso a Ledda e a tutti gli iscritti dell’Aiart l’apprezzamento per il Convegno che segna nei fatti – insieme al 1° Corso nazionale di tre giorni, svoltosi a Carbonia – una consolidata presenza dell’Aiart in Sardegna, presente per ora con sue strutture a Sassari, Cagliari e Carbonia-Iglesias, e determinata a farla crescere, con l’impegno dei volontari, in tutta l’isola.

Sintesi della relazione di mons. Dario E. Viganò: “I media e la Chiesa-La guida del Direttorio Cei”. di Amilcare Gambella
E’ proprio vero che l’appetito vien mangiando…infatti la “fame” di sapere sui media, invece che diminuire è aumentata esponenzialmente, con il susseguirsi dei significativi e qualificati interventi dei relatori del corso nazionale “Famiglia e TV”.

I corsisti, in gran parte giovani, ma soprattutto motivati, interessati e professionalmente preparati, incontrati casualmente alcuni giorni dopo il corso, mentre chiedevano “a quando l’appuntamento per un altro corso formativo?”, senza essere interpellati da richieste indagatrici, facevano confidenzialmente un bilancio dei tre giorni formativi. Una disamina pacata, anche se ricca di emozionalità, puntava dritto e riconoscente agli strumenti ricevuti per un approfondimento personale. Un rammarico “buono” per la brevità del corso e vieppiù per l’intervento di Mons. Dario E. Viganò: “I media e la Chiesa- La guida del Direttorio Cei”.

Il Direttore della rivista “Cinematografo”, ha galvanizzato l’uditorio, così da far passare in un attimo le due ore di conferenza, sode, ben strutturate, cattedratiche e confidenziali insieme, da provato ed esperto docente universitario.

Un attimo colto, per niente superficiale, se molte richieste di e-mail delle sue innumerevoli pubblicazioni sono state la costante nel citarlo e ricordarlo. Certo don Viganò è un abile affabulatore, conosce il suo mestiere e sa trasmettere i contenuti profondi della sua professionalità,e, non sarebbe potuto essere altrimenti per lui che si interessa di comunicazione…il fatto però che vari corsisti chiedono ancora oggi come fare per procurarsi il Direttorio CEI sulle comunicazioni, la dice lunga su un intervento, che apparentemente fugace, dati i tempi riservatigli, ha lasciato un segno che prolunga il desiderio di formazione e pone le basi per una presenza diversamente qualificante nel territorio.

E’ la consapevolezza che, non solo la Chiesa è interessata ai media, ma sono i singoli cristiani ad essere coinvolti in una testimonianza, entusiasta e competente con i media: è il recupero finalmente della loro ricchezza, è la prevenzione nell’evitare i possibili danni, è l’utilizzo per una formazione permanente.

La TV presente in casa in modo invasivo, diventa alleata della famiglia per la crescita della cultura, per il riconoscimento dei valori e dei disvalori, per difendersi da ogni tipo di consumismo, per superare i relativismi e promuovere il rispetto e la dignità umana.

Se tutti gli interventi apparentemente fugaci, avessero tale risultati, la società ne avrebbe benefici immediati e continui: lo scopo del corso, grazie alla lungimiranza degli organizzatori, non solo non ha deluso ma non è stato neppure eluso.

Sintesi della presentazione del sondaggio: “Impatto della TV in famiglia”. di Amilcare Gambella.
E’ stato presentato all’apertura del corso Aiart, tenuto a Carbonia il 9-11 febbraio u.s., un interessante sondaggio sull’impatto della TV in famiglia.

Il sondaggio curato dall’Ufficio Diocesano di Iglesias per la Pastorale Familiare e dall’Associazione Mediazione Familiare Onlus Sardegna, utilizza un questionario composto da una cinquantina di domande chiave, predisposte dalla professoressa Pacelli della Lumsa di Roma. Esso ha interessato, la settimana prima del Natale 2006, 600 persone del ceto medio impiegatizio ed operaio di tutti i paesi della Provincia del Carbonia-Iglesias, senza trascurare un buon numero di frazioni.

Sono stati presi in considerazione 500 elaborati divisi in due campioni di 250 adulti e 250 minori tra i 16/18 anni, divisi rispettivamente in 125 uomini e 125 donne per un utilizzo maggiormente obiettivo e di par condicio delle risposte.

Lo spaccato derivatone, porta ancora a considerare la realistica presenza del villaggio globale: la stessa inchiesta infatti, realizzata nel Lazio, su un campione inferiore, ha dato gli stessi risultati. Carbonia e Roma hanno le stesse aspettative e le stesse ansie, e soffrono anche gli stessi mali, rispettando contesti e proporzioni.

L’impatto televisivo sulle famiglie è incisivo nel bene e nel male e non potrebbe essere diversamente, se le famiglie che possiedono un solo televisore o al più due, sono mosche bianche, infatti un’alta percentuale dispone di tre, quattro o più televisori! Tutti gli ambienti ne hanno uno che resta spento solo poche ore al giorno e, quel che fa meditare, nelle stanze dei minori, anche di chi ha meno di 6 anni, non manca questa piattaforma multimediale che viene utilizzata spesso nelle ore notturne, fuori dalle fasce protette da minori a cui gioverebbe un sonno ristoratore e non un bombardamento mediale di cui si ignorano i contenuti.

Non stiamo certo a definire che il miglior televisore è quello rotto, né che la TV sia semplicemente una cattiva maestra o una brava baby sitter, come più volte affermato fin dalla nascita della TV, ma è certo che la confidenzialità della presenza di questo mezzo nelle nostre case ci ha fatto perdere di vista che il suo linguaggio si evolve velocemente e va non solo imparato meglio, ma una grande consapevolezza di responsabilità deve condurre gli adulti ad educare i minori ad una fruizione positiva della TV.

L’interessante sondaggio dagli ampi contenuti, appropriati per un convegno ad hoc, superficialmente potrebbe ancora una volta portare alla demonizzazione della TV che da insinuante “finestra sul mondo” distorce la realtà e rende come preziosa cultura la menzogna e la negatività comportamentale; invece vorremmo che orientasse positivamente a considerala ricchezza straordinaria, specie ora, con l’avvento del digitale, che non la fa scomparire di fronte a internet, sempre più prepotentemente invadente, ma le fa recuperare nuova vitalità, per la sua stessa economicità oltre che versatilità. L’alba di canali tematici sempre più abbondanti, dovrebbe servire a orientare meglio genitori e educatori per utilizzarla come alleato obbediente, senza aver la paura di aver di fronte un concorrente sleale e accattivante nella sua ambiguità.

E’ difficile oggi motivare i valori perenni della nostra umanità e meglio ancora, della nostra scelta cristiana, perché hanno perso lo smalto e coinvolgono meno, a fronte delle distrazioni superficiali veicolate in maniera allettante e trainante per l’invito al disimpegno: “scegli il piacere” ripete in continuazione una nota pubblicità!

Il sondaggio potrebbe dare spunto a riflessioni che conducano a progetti e programmi concreti di azione, non per crociate inutili, ma per un recupero di ricchezze che altrimenti vanno irrimediabilmente perdute.

La stessa pubblicazione del sondaggio diventerà strumento utilissimo ed efficace non solo nel nostro territorio.

Relazione della dott.ssa Claudia Di Lorenzi
Relazione sul tema: “La violenza in TV e le conseguenze sui minori

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