Corso nazionale di formazione – Salerno 13-14-15 Maggio 2011

Gli atti e le relazioni tenute al corso nazionale di formazione sul tema “Educare uomini liberi – Dalla consapevolezza dei rischi una nuova passione educativa”.

Il resoconto e gli atti del corso di formazione nazionale di Salerno del 13-14-15 Maggio 2011. Si riporta la locandina con il programma dettagliato dei lavori.

Depliant Corso formazione Salerno 13-14-15 Maggio 2011 Depliant Corso formazione Salerno 13-14-15 Maggio 2011“Educare uomini liberi – Dalla consapevolezza dei rischi una nuova passione educativa”, questo il tema del Corso Nazionale di Formazione dellโ€™Aiart che si รจ tenuto a salerno presso il Grand Hotel Salerno -Lungomare Clemente Tafuri,1dal 13 al 15 maggio scorso.

La tregiorni, finalizzata a comprendere i rischi della nuova โ€œcultura digitaleโ€ e le opportunitร  che si aprono per chi vuol mantenere il ruolo di educatore, ha proposto interessanti momenti di dibattito e riflessione sullโ€™urgenza di iniziative concrete per arginare il ruolo debordante dei media nella societร , nella famiglia e nella nostra identitร . Allโ€™incontro di Salerno non ha partecipato – per motivi di salute – il Presidente nazionale Luca Borgomeo.
โ€œLa significativa valenza che assumono i media in termini educativi, deve essere tenuta in considerazione dai genitori, dagli organismi e dalle associazioni cattoliche, al fine di tutelarne lโ€™uso da parte dei minoriโ€ ha affermato Francesco Bellaroto del Comitato di presidenza nazionale dellโ€™Aiart, in apertura dei lavori, portando i saluti dellโ€™Associazione a tutti i partecipanti e a Don Nello Senatore, direttore dellโ€™Ufficio per le comunicazioni sociali dellโ€™Arcidiocesi di Salerno, Campagna, Acierno.

Nella foto Francesco Bellaroto, Don Nello Senatore e Domenico Infante

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Puntare lโ€™attenzione sui rischi delle โ€œdistorsioniโ€ operate dai mezzi comunicazione, che fin troppo spesso mettono in discussione i valori e i principi inculcati dalla famiglia e dalla scuola, รจ importante per spronare gli adulti a preservare i propri figli dai pericoli di una concezione della vita abilmente โ€œmediataโ€ dai grandi network televisivi.
โ€œIl tema dellโ€™educazione infatti – come ha ammesso nella sua introduzione il vice presidente nazionale dellโ€™Aiart Giovanni Baggio, direttore del Corso di formazione – รจ da una parte affascinante e dallโ€™altra preoccupante, poichรฉ stimolare la ricerca di soluzioni valide in questo senso comporta un carico di responsabilitร  notevole e non sempre ben percepito. La media education รจ il canale con il quale e nel quale รจ necessario confluire se si vuole educare e formare i giovani allโ€™uso di tutti i mezzi di comunicazioneโ€. Oggi il semplice possesso di strumenti della tecnologia, di per sรฉ, non abilita gli utenti ad un uso sano ed intelligente ma anzi diventa sempre piรน importante, per tutti, utilizzare i media da uomini liberi. Nella nostra contemporaneitร  โ€“ afferma Baggio โ€“ รจ necessario mettere in gioco alcune questioni relative innanzitutto alle modifiche antropologiche apportate dalla tecnologia e che ci fanno capire meglio lโ€™entitร  delle problematiche che stiamo affrontando. Chi ha il compito di educatore a scuola o in famiglia lo percepisce: si sente nellโ€™aria, la frenesia dei ragazzi che non riescono piรน ad avere un minuto di concentrazione lontano dagli schermi dei computer o dei telefono cellulari. Questo fenomeno รจ significativo di una modifica non solamente di tipo comportamentale ma in tutti i sensi antropologica, poichรฉ si รจ ormai modificato il modo di interagire fra gli individui. La media education, dunque, serve per interrogarci sugli strumenti, sul senso della comunicazione come fatto umano insopprimibile ed insieme inesauribile nella molteplicitร  dei suoi strumenti. I percorsi educativi fin qui intrapresi ci portano sino in fondo al significato umano del comunicare, del relazionarsi, del creare linguaggi strumenti e legami . Una pedagogia dei media richiede infatti una migrazione consapevole degli educatori da collocare allโ€™interno dellโ€™emergenza educativa nei nuovi sistemi della tecnologiaโ€.

Nella foto Giovanni Baggio e Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, Campagna, Acierno

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Relazione Baggio apertura corso Media education

I cambiamenti indotti dai nuovi media, e dai social network in particolare, che sono il piรน significativo fenomeno di trasformazione della societร , portano i giovani e gli adulti a non considerare il web come un luogo in cui vi sono soggetti e contesti che possono caratterizzarsi come una reale fonte di rischio e di pericolo.
โ€œSe i vecchi erano individui isolati, i nuovi sono piรน connessi socialmente. Se il lavoro dei vecchi consumatori era silenzioso e invisibile, quello dei nuovi รจ rumoroso e pubblicoโ€. Domenico Infante, Segretario del comitato di presidenza dellโ€™Aiart, cita Henry Jenkins, accademico e saggista statunitense, per mettere in primo piano la caratteristica dellโ€™uomo dโ€™oggi: la connessione, il contatto. La centralitร  dei media ridefinisce infatti i confini della nostra esperienza, di ciรฒ che รจ vicino e di ciรฒ che รจ lontano, di ciรฒ che avviene adesso e di ciรฒ che รจ avvenuto in passato, ridefinisce il concetto di tempo e di spazio. Uno spazio affollato e pieno di insidie.
Infante nella sua relazione afferma che, secondo studi recenti, il 68% degli utenti delle reti sociali ignora la pericolositร  legate alla pubblicazione di link sospetti sulla propria bacheca. Prima i virus venivano trasmessi tramite posta elettronica, ora viaggiano sui social network.
Le probabilitร  di essere vittima della criminalitร  informatica diventano sempre piรน elevate, poichรฉ oggi ci sono oltre 350.000 virus conosciuti in circolazione e il numero di minacce cresce di giorno in giorno, anzi di ora in ora. Lโ€™allarme hacker infatti non รจ da sottovalutare, come testimonia il video proiettato per sensibilizzare i partecipanti al Corso. รˆ importante, dunque, conoscerne il funzionamento e imparare a utilizzare le opzioni che filtrano e bloccano i contenuti e i messaggi sospetti, ma soprattutto รจ necessario non divulgare le proprie informazioni personali che sempre piรน spesso vengono โ€œdate in pastoโ€ alle aziende e alle societร  che invadono il web di pubblicitร  indesiderata.
I social network conoscono ormai quali sono i nostri bisogni, le nostre abitudini, i nostri stili di vita; 25 milioni di utenti, di cui una buona percentuale รจ rappresentata dai giovani, non vedono piรน la Rete come semplice piazza virtuale per fare nuove amicizie o scambiare opinioni, bensรฌ come un vero e proprio luogo di ritrovo โ€œfisico e realeโ€, in cui confidarsi ed esprimersi sino in fondo.
I social network consentono di entrare nella vita degli altri e permettono agli altri di entrare nella propria. Si chatta quotidianamente per il bisogno di conoscere e farsi conoscere stringendo unโ€™amicizia che corre il rischio, perรฒ, di essere superficiale, di essere semplice comunicazione di sรฉ con esibizionismo, di essere voyerismo. Ma la relazione umana non รจ un gioco e richiede tempo, conoscenza diretta ed un contatto nella realtร . Lโ€™ idea di fondo dei social network รจ proprio quella di addomesticare il web e restringerlo ai propri bisogni, ma purtroppo sono proprio gli utenti che vengono โ€œutilizzatiโ€ per ottenere informazioni e captare tendenze, idee e stili di vita.
Facebook o Twitter non sono di certo associazioni filantropiche, e la pubblicitร  al loro interno indica che si tratta di societร  che mirano a creare profitti, utilizzando gli utenti, le loro vite, le loro passioni.
Nellโ€™ultimo decennio รจ dunque cambiato il ruolo dellโ€™individuo e del comunicatore nella galassia della Rete, e il modo in cui lโ€™informazione e la cultura vengono fruite. Niente e nessuno perรฒ puรฒ sorvegliare bambini e ragazzi on-line con la stessa attenzione e reattivitร  dei genitori.

Nella foto Domenico Infante

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Relazione Infante โ€œIl mondo di internet รจ davvero un bosco incantatoโ€.ppt

โ€œOggi cโ€™รจ bisogno di lavorare per ricreare unโ€™alleanza educativa; vediamo troppa conflittualitร  fra i soggetti che ricoprono ruoli cosรฌ importantiโ€. Secondo Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, Campagna, Acierno, in apertura della seconda giornata del Corso: โ€œEโ€™ necessario che non si crei confusione nei ragazzi, fra ciรฒ che viene costruito nelle parrocchie, a scuola e in famiglia, ridefinendo i compiti, le responsabilitร  e le prioritร . Eโ€™ impensabile fare educazione senza tener conto che oggi una convergenza educativa diviene essenziale. Nel passato si viveva in un mondo con valori ed esperienze condivise, oggi tutto questo รจ svanito. Le famiglie devono volersi mettere insieme per vivere le potenzialitร  e la missione che gli รจ propria, per ridiventare soggetto e protagonista nella nostra societร . Una famiglia che educa alla vita, educa alla libertร , in una realtร  in cui in molti cercano di manipolare, di influenzare le coscienze. Aiutare il prossimo per metterlo in condizione di scegliere vuol dire condividere le esperienze per crescere, in una missione da non vivere come hobby ma come responsabilitร  che tocca tutti, nessuno escluso.โ€

Nella foto Giovanni Baggio, Mons. Luigi Moretti, Francesco Bellaroto e Domenico Infante

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Vi sono troppe ambiguitร  nei contesti comunicativi ed educativi e che vanno affrontate con chiarezza per il Prof. Pino Acocella, che insegna etica sociale allโ€™Universitร  Federico II di Napoli. โ€œOggi cโ€™รจ una accezione che consente di dialogare a distanza grazie alle nuove tecnologie e inoltre persiste e si consolida lโ€™apparente eguaglianza creata dal mondo dal comunicazione, per cui le vicende dei protagonisti dei reality televisivi entrano a far parte delle nostre vite e diventano familiari, vicine. Ogni rappresentazione, oggi, purchรจ portata in Tv diventa credibile, e non riusciamo piรน a distinguerla.โ€ Internet diventa la piazza, il luogo in cui avvengono gli incontri, in cui ognuno si illude di sapere, di conoscere, a prescindere dallโ€™argomento. Tutto ciรฒ รจ del tutto illusorio, la comunitร  virtuale si pone come lโ€™unica vera, reale.โ€
Qualโ€™รจ, dunque, lโ€™orizzonte etico della societร ? โ€œOggi tutto ciรฒ รจ stato frantumato da agenzie di educazione alternative, che trasmettono principi diversi e molto attraenti. In questo spazio virtuale, senza un orizzonte comune, comanda il piรน forte – e continua il Prof. Acocella โ€“ i giovani rimangono senza orizzonti poichรฉ tutto รจ presente, falsamente tangibile ma senza memoria e senza prospettiveโ€.

Nella foto Giovanni Baggio e il prof. Pinoย Acocella

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Sia i social network, dunque, che i mass media tradizionali come la Tv, cercano di donare una immagine reale della vita, trasformando la rappresentazione di una parte della realtร  in veritร  assolute, alla portata di tutti. E proprio come in ogni grande manovra di marketing che si rispetti, il tutto parte dal monitoraggio dellโ€™audience e dei suoi desideri. La nostra tv dunque abbonda di โ€œtrappoleโ€ che attraggono lโ€™attenzione, che tengono incollati allo schermo milioni di utenti. Da anni i telespettatori sono abituati, anzi assuefatti, alle immagini provocanti e distorte del corpo femminile nella dilagante e volgare offerta televisiva. โ€œNegli altri Paesi europei โ€“ come afferma nel suo intervento la dott.ssa Elisa Manna, responsabile delle politiche culturali del Censis e vicepresidente del Comitato Media e Minori – il sistema normativo รจ differente dal nostro. Cโ€™รจ un senso della dignitร  femminile per cui il corpo della donna non viene strumentalizzato.โ€

Nella foto la dott.ssa Elisa Manna
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Relazione Elisa Manna .ppt

La relazione su questo interessante tema – introdotta dallโ€™avv. Cettina Infante, presidente provinciale dellโ€™Aiart di Salerno – e basata su una ricerca condotta dal Censis a livello europeo, fa emergere come, in molti Stati, vi siano leggi che vietino espressamente modalitร  di rappresentare la donna negativamente, o addirittura vengano fatte campagne di sensibilizzazione per i minori, nei media, per il rispetto e lโ€™uguaglianza fra uomini e donne, senza stereotipi e pregiudiziโ€.

Nella foto lโ€™avv. Cettina Infante

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Ma i media sono disposti a confrontarsi proprio con i minori? Gli educatori hanno a cuore la formazione dei bambini, il rispetto delle loro persone o lasciano prevalere le logiche di mercato? Lโ€™occasione per riflettere allโ€™interno del Corso su questi temi รจ stata offerta nella โ€œtavola rotondaโ€ sul rapporto tra media e minori. Il dibattito โ€“ moderato dal giornalista dott. Francesco Antonio Grana, โ€“ ha visto la partecipazione dellโ€™on. Roberto Napoli, commissario dellโ€™Agcom e di Giuseppe Antonelli e Domenico Infante dellโ€™Aiart. Dalle riflessioni e dagli interventi dei partecipanti รจ emerso che รจ necessaria unโ€™alleanza tra le tradizionali agenzie educative e i centri di produzione mediatica, nel segno della corresponsabilitร . โ€œChi puรฒ aiutare i giovani a capire che la vita รจ diversa da quella rappresentata mediaticamente?โ€ con questa domanda lโ€™On. Roberto Napoli ha lanciato la discussione, affermando che i dati dellโ€™Agcom sulle ore di fruizione di Internet e Tv da parte dei minori sono giunte verso โ€œpicchiโ€ da allarme rosso.
Non sono, quindi, prima i media che devono produrre e poi domandare se quanto prodotto รจ educativo o meno; non possono essere solo le Tv a mettere un avviso che quanto prodotto ha bisogno di essere โ€œmediatoโ€ dalla presenza dellโ€™adulto, ma sono la famiglia e la scuola che devono richiedere la disponibilitร  a produrre spazi per favorire โ€œlโ€™incontro fra i giovaniโ€ e il sano intrattenimento.

Nella foto lโ€™on. Roberto Napoli

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Un buon esempio, da questo punto di vista, รจ rappresentato dal Giffoni Film Festival. Ne ha parlato in modo approfondito il suo fondatore, il dott. Claudio Gubitosi, nel corso della terza ed ultima giornata del Corso. โ€œIn quattro decenni sono cambiati gli strumenti di approccio allโ€™etร  infantile e giovanile ha affermato Gubitosi – e non basta semplicemente rimodernare i propri programmi con lifting superficiali o limitarsi a seguire le tendenze; bensรฌ รจ indispensabile guardare avanti e sviluppare proprie strategie di monitoraggio del pianeta ragazzi.โ€
Un buon prodotto mediatico รจ perciรฒ quello che si dispone a servire il compito primario ed educativo della famiglia non considerando gli utenti come unitร  di marketing da โ€œcolpireโ€. Lโ€™utilizzo di Facebook e di altri social network inoltre non dovrebbe essere considerato come una chiusura dellโ€™individuo nelle logiche informatiche, a discapito delle relazioni faccia a faccia. ma una finestra che offre lโ€™opportunitร  di sfruttare quelle potenzialitร  che sia il web che lโ€™essere umano possono utilizzare nella gestione della comunicazione quotidiana, al fine di risolvere le problematiche educative, di una societร  ormai divenuta sempre piรน complessa e frammentata.

Nella foto il dott. Claudio Gubitosi

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Il prof. Giovanni Baggio, domenica 15 Maggio, dopo la relazione del dott. Gubitosi, chiude i lavori della tregiorni facendo un consuntivo dei lavori svolti, riprendendo i punti salienti delle relazioni e sistemartizzando alcuni concetti fondamentali.

Relazione Baggio chiusura corso Media education

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