Una positiva esperienza di educazione ai media
L’Aiart di Torino coinvolge in un progetto studenti di quinta elementare e terza media dell’Istituto di Casalette, nel torinese. Il Progetto ha richiesto otto incontri di un’ora ciascuno (quattro per classe) più uno preliminare con i genitori per spiegare loro il Progetto e le sue finalità. Di Giuseppina Renzoni e Giuseppe Cosa
Una positiva esperienza di educazione ai media Una positiva esperienza di educazione ai media
Per la prima volta l’AIART di Torino, approfittando del Corso di Formazione Nazionale che si è tenuto nei giorni 6,7,8 ottobre 2011, si è cimentata nell’esposizione di un Progetto svolto presso l’Istituto Comprensivo di Caselette nello stesso anno, relativo alla Educazione ai Media.
Si tratta in realtà del secondo Progetto svolto in questa Scuola (il primo riguardava la Pubblicità) consistente in una “guida” per fare acquisire ai ragazzi una capacità di valutazione critica e personale di ciò che vedono, affinché possano “scegliere” in maniera più consapevole quanto offre la TV. Il lavoro è stato svolto e realizzato in una V elementare e in una III media.
Il Progetto ha richiesto otto incontri di un’ora ciascuno (quattro per classe) più uno preliminare con i genitori per spiegare loro il Progetto e le sue finalità. Si è trattato, in vero, di due attività distinte poiché tre anni di differenza in questa fascia di età comportano maturità e gusti diversi.
I relatori hanno esposto, alternandosi a due voci (cosa che ha molto catturato l’ attenzione per la novità e la perfetta sintonia), i contenuti dei due Progetti, la metodologia adottata, le finalità attese, per poi arrivare alle conclusioni finali.
In sintesi si è partiti dai programmi televisivi più visti dai ragazzi, dei quali sono stati proiettati alcuni spezzoni, poi esaminati e commentati in tutti i dettagli, per passare in seguito a proposte didatticamente “più alte”, onde saggiare la loro capacità critica e di osservazione, nonché il loro gradimento.
Per fare un esempio si è passati, per i ragazzi di V elementare, dai cartoni animati, abitualmente da loro visti, a una proposta completamente diversa e più impegnativa come la favola musicale “Pierino e il Lupo”di Sergej Prokofev (prodotta e trasmessa da RAI 1), per avvicinarli alla musica di qualità, così “distante” da quanto abitualmente viene loro proposto.
Analogamente, per la III media, dopo un’analisi scrupolosa e capillare del “Grande Fratello”,il programma da loro, ahinoi, più seguito, si è passati alla trasmissione “Per un Pugno di Libri” che, non solo è agli antipodi rispetto alla prima, ma propone contenuti educativi, culturali e aggreganti.
Qui i ragazzi sono i “veri” protagonisti, senza alcun tipo di esibizionismo bieco e spesso volgare come nella precedente trasmissione; usano un linguaggio corretto e consono e inoltre vincono libri e non denaro, contrariamenta a quasi tutte le altre trasmissioni competitive.
I risultati? Gli allievi, se ben stimolati, sanno discernere il bene dal male, il bello dal brutto, il buono dal cattivo e manifestano potenzialità critiche ed anche etiche spesso inaspettate.
Dei quattro incontri per classe, tre hanno riguardato i programmi televisivi poiché i ragazzi di questa età passano la maggior parte del tempo libero davanti al televisore, con una lieve flessione per i più grandi che cominciano ad essere attratti dalla Rete.
Gli incontri sono stati sempre molto vivaci e coinvolgenti per la viva e sentita partecipazione dei ragazzi, che si sono sentiti i veri protagonisti e hanno permesso poi ai relatori, nelle due settimane che distanziavano gli incontri, di “ideare” quello succesivo, alla luce delle loro reazioni e aspettative.
I filmati proposti hanno sempre suscitato interesse, curiosità e, sorprendentemente, voglia di saperne di più, manifestando così l’esigenza di essere più informati e di possedere maggiori strumenti critici. L’ultimo incontro è stato dedicato alla Rete, ma impostato in modo diverso, poiché i ragazzi di V elementare non avevano o quasi alcuna dimestichezza con essa, se non per qualche gioco o ricerca solastica; mentre quelli di III media non solo erano più informati, ma anche desiderosi di conoscere meglio il mondo della Rete, in specie Facebook.
La scelta si è quindi orientata, per i più piccoli, sulle “Malattie Mediali” col doppio scopo: di “prevenzione” per quanto riguarda certe posture errate, i tempi trascorsi, i volumi d’ascolto e altro ancora; e di “educazione” ad un uso equilibrato della Rete, poiché farà sempre più parte del loro quotidiano.
Per i più grandi la scelta è caduta su “Facebook” come da loro desiderato, non attraverso una lezione teorica di tipo tradizionale, ma attraverso la proiezione di alcuni spezzoni tratti dal film “The Social Network” che, per la sua crudezza e per il suo realismo, richiede la presenza e la guida di persone adulte. In esso infatti, vengono rappresentate, in modo spietato ma efficace, le conseguenze alle quali porta un uso distorto di tale mezzo che, nato con la buona intenzione di creare amicizie, si è poi trasformato in un potente strumento per procurarsi profitti in modo cinico e spregiuducato. Il protagonista, Mark Zuckerberg, ideatore di tale Social Network, si ritrova alla fine del Film solo, infelice ed emarginato, anche se il giovane più ricco del mondo.
A fronte però di questo quadro desolante, si è passati ad evidenziare le opportunità di questo mezzo che si è dimostrato un buon “alleato” dei diritti civili e umani come per la “primavera araba” organizzata in rete dai giovani; oppure strumento formidabile di aiuto in gravi emergenze come il terremoto del Giappone; per non parlare poi del suo preziosissimo uso in medicina e chirurgia che permette il monitoraggio e la ricerca in rete in qualunque parte del mondo, superando così ogni confine temporale e spaziale: questa è la sua grandezza che ha quasi dell’incredibile e che dà la misura del suo enorme potenziale in continua evoluzione!
Che dire poi dell’interazione fra Web e TV? Essa rappresenta non solo il futuro della comunicazione, ma permette di far sentire la propria opinione, spesso diversa da quanto può far credere”l’audience”.
Si è visto infatti come spesso “l’indice di ascolto” non corrisponda “all’indice di gradimento” per cui, se emerge questa realtà attraverso le proteste sui Blog relative alla scarsa qualità dei programmi, può iniziare quella inversione di tendenza che porti a valutare la “bontà” dei programmi non solo ed esclusivamente “dall’audience” che , con la complicità di una Pubblicità nella quale l’etica è assente, continua a farla da padrona. Durante l’esposizione di questa esperienza, che ha visto attenti e interessati sia il pubblico che molti degli altri relatori, si è infine ribadita l’importanza, per non dire l’esigenza, dell’inserimento della Media Education nella Scuola di ogni ordine e grado.
Si è terminato sottolineando come questo Progetto, così ben accolto e appezzato da allievi,insegnanti e dirigente scolastico, tanto da richiedere un suo proseguimento negli anni a venire, sia stato tutto autoprodotto e pertanto rigorosamente a costo zero.
Non è forse il momento di “scuotere” il Ministero della Pubblica Istruzione, sempre più criticato per i suoi tagli alla Scuola? Non si chiedono finanziamenti, ma solo più attenzione e rispetto per i nostri giovani.