Banda ultralarga, il governo rilancia sui cluster: si punta a super-mappa
Secondo quanto risulta a CorCom si lavora a un’ulteriore micro-parcellizzazione del territorio per evitare il rischio di “zone d’ombra”. Il modello di riferimento potrebbe essere quello francese ossia la mappatura dei singoli edifici. Di Mila Fiordalisi dal sito del Corriere delle Comunicazioni del 25 Gennaio 2016
Parcellizzare fino “all’osso” il territorio nazionale in modo da avere una mappa sempre più dettagliata delle aree bianche e grigie con l’obiettivo di rendere disponibile l’infrastruttura a banda ultralarga al massimo numero di cittadini. È questo, secondo quanto risulta a CorCom, il piano a cui sta lavorando il governo e che, sempre secondo quanto risulta al nostro sito, si concretizzerà già a partire dalla prossima consultazione pubblica.
Già la prima mappatura – i cui risultati sono stati resi disponibili da Infratel lo scorso ottobre – ha consentito di ottenere una granularità territoriale come mai prima d’ora: rispetto al 2014 il numero degli operatori è passato da 7 a 30 e per la prima volta il territorio nazionale è stato suddiviso in 94.645 aree. Ma il governo punta molto più in alto: le 94mila e passa aree sarebbero troppo “poche” per consentire una rilevazione di precisione e addirittura si starebbe valutando l’ipotesi di replicare il modello francese (France Tdh) in cui i cluster corrispondono alle singole unità immobiliari. In questo modo si potrebbero modulare i bandi per consentire il cablaggio di tutti gli edifici localizzati nelle aree a fallimento di mercato senza rischiare “zone d’ombra” ossia di aprire un nuovo digital divide. Anche perché la percentuale degli italiani che vive nelle aree C e D non è risibile: stando alle stime l’ordine è del 35%.
Secondo i dati della consultazione 2015 di qui al 2018 il 36,3% delle unità immobiliari non sarebbe collegato ad alcuna rete a banda ultralarga, mentre solo il 21,42% del totale sarebbe collegato in modalità FTTB/FTTH/FTTDP. Il tutto a fronte di obiettivi al 2020 che prevedono il 100% del territorio raggiunto dai 30 Mbps e l’85% del territorio a 100 Mbps.
Il governo potrà utilizzare anche un altro strumento per la mappatura: il Catasto nazionale delle infrastrutture annunciato lo scorso novembre dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.