Rieducare alla visione per capire la realtà
L’editoriale de Il Telespettatore n 1/2 di gennaio/febbraio 2016. Il nuovo presidente Aiart Massimiliano Padula riflette sulle prospettive dell’Associazione. Le priorità: formazione, partecipazione, tutela.
Educare. Formare. Tutelare. Costruire reti e ponti. Sollecitare il senso critico. Difendere i minori. Tutto questo attraverso una prospettiva cristianamente ispirata. Sono queste alcune delle prerogative che caratterizzeranno la mia presidenza Aiart. Un impegno che è anzitutto un onore, ma costituisce anche una responsabilità importante. Quella di rappresentare tutti gli utenti che credono nel potenziale educativo dei media e nella loro dimensione culturale. I media sono cultura. Essi creano antropologia e costruiscono relazioni. Ma i media possono anche appannare la mente, ferire le coscienze, minare la dignità, promuovere ideologie discutibili, diventare luoghi per azioni sconvenienti. Interpretarli, usarli, abitarli, diventa, quindi, l’unica chance affinché essi possono porsi al servizio dell’uomo e non servirsi di esso.
Ecco l’uomo. Il grande protagonista di questa sfida culturale. Davanti a tutto c’è lui, lo spettatore, l’utente mediale. I media non sono nulla senza la forza progettante e creatrice dell’uomo, senza il riflesso della sua qualità etica. Per questo i media, altro non sono che noi: la proiezione (da proiecutus, progetto) del cuore dell’uomo, delle sue aspettative, dei suoi bisogni, delle sue gioie e delle sue angosce. L’Aiart seguirà questa idea dando spazio all’uomo inteso come medium straordinario, sia nel bene che nel male. E lo farà anzitutto con un grande progetto formativo di “rieducazione alla visione” che abbraccerà i suoi soci ma non solo. Guarderemo a tutte le realtà che vorranno interagire con noi e vorranno considerarci un interlocutore affidabile e competente. Rieducarci per discernere, per capire gli anfratti più profondi della contemporaneità mediale e fronteggiarne i suoi rischi. Questo il mio impegno. Questo lo scenario nuovo che auspico. Nel rispetto di quanto di buono è stato fatto in questi 60 anni e nella speranza che l’Aiart possa agire sensibilmente sul dibattito pubblico, farsi sentinella e portavoce dell’istanze di chi crede che i media continuino a essere quelle “meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l’ingegno umano è riuscito, con l’aiuto di Dio, a trarre dal creato” (Paolo VI, Inter Mirifica, 1963). Per questo chiedo l’aiuto di tutti i soci e di tutti coloro che vorranno dedicare tempo e impegno a progetti e istanze associative. L’Aiart è di tutti e tutti quanti dobbiamo contribuire a renderla una realtà partecipata e integrata. Senza protagonismi ma con l’umiltà del servizio. Perché – spiega Papa Francesco – “non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.Anche nei media.
Ringraziamenti
Il 30 gennaio 2016 l’assemblea dei soci dell’Aiart (Associazione spettatori cattolici) mi ha eletto suo Presidente. Il grazie è d’obbligo così come è d’obbligo la presa di coscienza della responsabilità enorme che mi è stata affidata. Per questo chiedo aiuto a tutti soci e al direttivo (con me eletto) di accompagnarmi in questo cammino e di contribuire a creare un’Aiart partecipata e integrata. Grazie di cuore al Presidente uscente Luca Borgomeo per il tantissimo fatto e dato finora e per il tanto che certamente continuerà a fare e dare all’Associazione. Grazie alla Conferenza Episcopale Italiana e in particolare all’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali diretto da don Ivan Maffeis con cui Aiart condividerà intenti e progetti. Grazie a mia moglie Chiara che mi sopporterà (più di quanto già fa) in questa nuova avventura. Grazie a mio figlio Davide che mi darà forza e idee per il lavoro futuro. E infine grazie al buon Dio che continua a stupirmi con la sua tenerezza abbracciandomi ogni giorno.