Simone Riccioni a Collevario: come si “salvaguarda” la felicità?

Sarà l’attore maceratese, nelle sale in queste settimane con il film di successo «Come saltano i pesci», a chiudere il ciclo di incontri promossi nella parrocchia in occasione della festa del Buon Pastore. Di Francesca Cipolloni dal sito di Emmaus on line del 14 aprile 2016

Garantiscono che sarà un Simone Riccioni «inedito» quello che, domenica 17 aprile sarà ospite, alle 16, nella chiesa del Buon Pastore, a Macerata, in concomitanza con la conclusione della festa parrocchiale (leggi Qui) a Collevario e il termine del ciclo di incontri «Educare è salvaguardare».

Riccioni, apprezzato attore e scrittore originario di Corridonia, in queste settimane nelle sale con il film «Come saltano i pesci» è stato preceduto da nomi noti quali Claudia Koll, Alessandro Meluzzi, Paolo Brosio, Lorena Bianchetti, Pupi Avati e la compianta giornalista Maria Grazia Capulli che, nelle precedenti edizioni, hanno offerto la possibilità di rendere la ricorrenza di una parrocchia e di un quartiere, un vero e proprio evento per la città.

A lui, dunque, dopo gli interventi di altri illustri relatori (ultimo, in ordine di tempo, il cardinal Edoardo Menichelli) il compito di provare a capire come «Salvaguardare la felicità nei giovani». Ci può essere ispirazione senza conoscere la bellezza? Come si costruire un’esperienza soddisfacente senza scendere a compromessi? Saranno queste alcune delle domande che la giornalista Paola Olmi rivolgerà al protagonista della pellicola made in Marche, con la regia di un altro maceratese “doc”, Alessandro Valori, che sta riscuotendo un ottimo riscontro, specialmente tra i ragazzi.

Sarà dunque un Simone Riccioni capace di andare oltre al personaggio quello che si presterà comunque agli immancabili selfie e agli autografi ma che, nella chiacchierata con la presentatrice dell’evento, sarà chiamato a scoprire come il successo di essere cristiano, atteggiamento davvero sconveniente in questi anni, possa essere vissuto con autentica serenità.

«Qualcuno in passato ha criticato la scelta di avviare una rete interassociativa nello spazio ristretto della parrocchia. Per noi è vero l’esatto contrario. La rete è composta di nodi e la parrocchia può e deve esserne uno dei principali, non l’unico, naturalmente. Non serve individuare territori “neutrali” d’incontro, bensì luoghi in cui i progetti e le idee possono “incarnarsi” e diventare concrete esperienze». Così la pensa Lorenzo Lattanzi, referente regionale Aiart e promotore della Rete per l’Educazione a cui si deve la realizzazione del ciclo di appuntamenti rivolti ai genitori, agli insegnanti e agli educatori. «Esperienza – aggiunge – è la parola chiave per noi. Non abbiamo mai avuto l’intenzione di realizzare eventi a se stanti, ma vivere insieme un’esperienza faticosa e al tempo stesso entusiasmante. Con uno slogan, si potrebbe ben dire che camminando si è aperto il cammino».

Un percorso che proseguirà, come spiega lo stesso Lattanzi, dato che «a giugno, come ogni anno, faremo un incontro di verifica in cui decideremo se proseguire o chiudere con quest’ultimo ciclo. Non possiamo prevedere il futuro – afferma – però sin da ora siamo convinti che se proseguiremo non sarà per forza d’inerzia o per la logica del “si è fatto sempre così”, stigmatizzata anche da papa Francesco, ma perché crediamo che essere rete, oggi, sia scelta strategica per l’associazionismo, e che la parrocchia non rappresenti tanto un punto d’arrivo quanto un’eccellente partenza… insieme».

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Intervista Lorenzo Lattanzi al seguente link:

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