Joseph Ratzinger, morto Papa Benedetto XVI
“Il Papa emerito Benedetto XVI si è spento questa mattina nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”. Ad annunciarlo il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
Il corpo di Ratzinger, informa la Santa Sede, dalla mattina di lunedì 2 gennaio sarà nella Basilica di San Pietro per il saluto dei fedeli. I funerali “solenni ma sobri” saranno il 5 gennaio alle 9.30 e saranno officiati da Papa Francesco.
“Un Papa – ricorda l’Aiart – che non ha mai fatto mancare la sua testimonianza, la sua presenza, la sua vicinanza al popolo cristiano anche attraverso i media. Ha portato la parola di Dio all’interno dei nuovi mezzi di comunicazione, visti non soltanto come uno strumento ma un vero e proprio ambiente in cui vivere: come una grande piazza dove ci si può incontrare e dove è possibile riscoprire il senso profondo del dialogo e dell’esistenza. Sono queste le sfide contenute nell’ultimo Messaggio di Papa Benedetto XVI – in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 24 Gennaio 2013 dedicata al tema “Le Reti sociali, porte di verità e di fede” – con cui l’Aiart ama ricordarlo, ringraziandolo per ogni parola.
“A volte la voce discreta della ragione – scriveva Papa Benedetto XVI – può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni e non riesce a destare l’attenzione che invece viene riservata a quanti si esprimono in maniera più suadente. I social media hanno bisogno, quindi, dell’impegno di tutti coloro che sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito ragionato, dell’argomentazione logica”.
L’invito a evangelizzare – anche attraverso i nuovi media – è quindi l’ultimo atto che Benedetto XVI ha voluto lanciare a chi “opera” all’interno dei mezzi di comunicazione, a chi è presente nella Rete, e ad ogni cristiano, che dovrà, necessariamente, assumersi questa responsabilità divenendo egli stesso annuncio, strumento, presenza, proposta.
Tutta l’Aiart saluta con affetto Papa Benedetto XVI ricordando i temi chiave del messaggio
L’ambiente digitale è uno spazio di esperienza reale
Scriveva Benedetto XVI che i social network non devono essere visti dai credenti semplicemente come uno strumento di evangelizzazione. La Rete non è da «usare», ma da abitare perché la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale. «L’ambiente digitale – scriveva il Papa – non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani». Lo spazio digitale non è inautentico, alienato, falso o apparente, ma è un’estensione del nostro spazio vitale quotidiano, che richiede «responsabilità e dedizione alla verità». Abitare significa inscrivere i propri significati nello spazio. Ed è proprio questa la sfida: inscrivere i significati e i valori della nostra vita nell’ambiente digitale, e anche capire che cosa la rete ci insegna sul modo di pensare la fede oggi. Siamo chiamati, dunque, a vivere bene sapendo che la Rete è parte del nostro ambiente vitale, e che in essa ormai si sviluppa una parte della nostra capacità di fare esperienza: «sia essa fisica, sia essa digitale», senza fratture o cesure tra le due «realtà», senza schizofrenie.
In rete si pensa insieme e si condivide la ricerca
Nel suo Messaggio il Papa affermava che lo sviluppo delle reti sta «contribuendo a far emergere una nuova “agorà”, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità». Nelle reti sociali gli uomini sono coinvolti – si legge nel Messaggio – «nell’essere stimolati intellettualmente e nel condividere competenze e conoscenze». I network sociali dunque non aiutano solamente ad esprimere agli altri il proprio pensiero, ma aiutano anche a pensare insieme agli altri, elaborando riflessioni, idee, visioni della realtà. La Rete dunque è un luogo in cui si esprime la ricerca dell’uomo, il suo desiderio di verità e i suoi interrogativi di senso.
In rete si vive un coinvolgimento interattivo con le domande degli uomini
Benedetto XVI indicava il rischio più insidioso: quello di conversare soltanto con coloro che già condividono le nostre visioni. E invece – scriveva – «dialogo e dibattito possono fiorire e crescere anche quando si conversa e si prendono sul serio coloro che hanno idee diverse dalle nostre». Non si testimonia il Vangelo in Rete limitandosi a inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle piattaforme dei diversi mezzi, chiudendosi alle domande vere e urgenti, ai dubbi e alle sfide degli uomini d’oggi. Al contrario il Papa ribadiva la necessità ad essere disponibili «nel coinvolgerci pazientemente e con rispetto nelle loro domande e nei loro dubbi, nel cammino di ricerca della verità e del significato dell’esistenza umana». Occorre dunque superare la logica degli steccati, delle contrapposizioni, dei gruppi chiusi e autoreferenziali che alla fine paradossalmente la Rete rischia di fomentare. E «il coinvolgimento autentico e interattivo con le domande e i dubbi di coloro che sono lontani dalla fede, ci deve far sentire la necessità di alimentare con la preghiera e la riflessione la nostra fede nella presenza di Dio come pure la nostra carità operosa».